Francia e Inghilterra ‘ballano da sole’ quando si parla di difesa europea

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Francia e Inghilterra ‘ballano da sole’ quando si parla di difesa europea

24 Giugno 2011

Poi ci sono la Francia e il Regno Unito. Questi due paesi, in realtà, non appartengono ad alcun blocco. E’ la tradizionale posizione di Londra rispetto all’Europa continentale, sebbene recentemente abbia cominciato a intessere relazioni con il gruppo settentrionale-baltico. La Francia, invece, può essere considerata facente parte della sfera d’influenza tedesca. Parigi sta cercando di mantenere il suo ruolo guida nell’eurozona, riformando il mercato del lavoro e il Welfare pur di essere all’altezza di un blocco monetario dominato dalla Germania – il che le costa molte sofferenze. Però la Francia, per tradizione, è anche un paese mediterraneo che ha voluto allearsi con i paesi centroeuropei per circondare la Germania.

Di recente ha anche stretto una nuova alleanza esclusiva con il Regno Unito, anche per controbilanciare gli stretti legami tra Londra e Berlino. Se la Francia decidesse di uscire dalla partnership con la Germania potrebbe facilmente assumere il controllo di una sua naturale sfera d’influenza, nel Mediterraneo, probabilmente con l’entusiastico consenso di altre potenze quali gli Stati Uniti e il Regno Unito. In effetti, i tanti discorsi francesi su una futura Unione mediterranea hanno rappresentato una sorta di politica assicurativa che lasci aperta la porta a un riposizionamento come quello descritto.

Il prezzo dell’egemonia regionale

L’alternativa alla regionalizzazione, per l’Europa, è una chiara leadership tedesca che garantisca – sia economicamente che politicamente – una più ampia integrazione. Se Berlino riuscirà a superare il populismo antieuropeo alimentato dai costi per salvare l’eurozona, potrà continuare a sostenere la periferia del continente e dimostrare il suo impegno verso la valuta unica e l’Unione europea. La Germania sta inoltre cercando di convincere i paesi dell’Europa centrale che le relazioni da essa intrattenute con la Russia possono essere un vantaggio, citando le discussioni con Mosca sulla Moldavia come un esempio dell’influenza politica acquisita da Berlino.

I paesi centroeuropei, comunque, stanno già mettendo alla prova le capacità di leadership tedesche. La Polonia ha assunto la presidenza dell’Unione il primo luglio, e ha annunciato la volontà di aumentare gli stanziamenti comunitari per i nuovi stati membri e per la difesa comune. Entrambe le iniziative sono un test per la Germania, alla quale viene chiesto di fare un passo indietro dalla crescente regionalizzazione delle politiche di difesa. Se Berlino dirà “no” all’aumento dei fondi per i più recenti paesi membri – e qui c’è in ballo l’intesa sulla politica comunitaria degli stanziamenti, che per il quinquennio 2007-2013 può contare su 117 miliardi di euro – e dirà “no” anche ad accordi più ampi in ambito europeo per la difesa, allora Varsavia, Praga e altri governi centroeuropei avranno la loro risposta.

La domanda è se la Germania fa sul serio quando si propone come leader dell’Europa, vale a dire, se è pronta a sostenere il peso di essere la nazione egemone di un continente unito; il che non significa soltanto finanziare salvataggi, ma anche non indietreggiare di fronte alla Russia. Se mette le sue relazioni con la Russia al di sopra dell’alleanza con l’Europa centrale, allora, per i centroeuropei, sarà assai difficile seguire Berlino. Ciò vuol dire che la regionalizzazione nella struttura della difesa europea – attraverso il Gruppo di Visegrad e il Gruppo di battaglia nordico-baltico – ha un senso. Vuol dire anche che i centroeuropei dovranno trovare il modo di coinvolgere, nelle questioni di difesa della regione, gli Stati Uniti. (Fine della nona puntata. Continua…)

Tratto dal portale di geopolitica Stratfor

Traduzione di Enrico De Simone