Gaffe del Comune, prima approva il fallimento dell’As Bari poi fa dietrofront

LOCCIDENTALE_800x1600
LOCCIDENTALE_800x1600
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Gaffe del Comune, prima approva il fallimento dell’As Bari poi fa dietrofront

05 Maggio 2011

È stato solo un gran bel pasticcio dell’entourage comunale barese a seminare il panico nel capoluogo, a giurarlo è Michele Emiliano. La delibera di giunta che riguarda l’istanza di fallimento dell’A.S. Bari, targata 28 aprile e pubblicata martedì scorso sul sito del comune di Bari, a quanto pare non è mai stata discussa da Sindaco e assessori. Solo l’errore umano del segretario generale del comune, Mario D’Amelio, ha permesso che attorno al futuro del Bari calcio si sollevasse un polverone più politico che sportivo: nel riportare on-line la documentazione della riunione di giunta del 28 aprile, infatti, il segretario generale del comune avrebbe commesso un grossolano errore, facendo passare per discussa e approvata all’unanimità una proposta che, come dichiarato dal Sindaco, “non è stata né trattata né approvata dalla giunta”. Il giallo della delibera fantasma potrebbe dirsi concluso, ammessa l’eventuale incapacità di D’Amelio nel saper discernere tra proposte approvate e rinviate, se non ci fosse però una dichiarazione dell’assessore Pasculli, relatore in giunta della proposta, che a caldo ha definito proprio quella delibera “regolarmente approvata”.

Il mancato coordinamento tra i componenti della giunta comunale ha fatto sì che la polemica montasse: cosa è successo in giunta? Il verbale pubblicato tra gli atti dell’Albo pretorio appare, ad occhi inesperti, del tutto discusso ed approvato al contrario di quanto afferma il Sindaco sceriffo, che si è affrettato ad annullare la delibera rimandando la questione alla prossima giunta comunale. Il marchiano dietro-front del sindaco e le dichiarazioni divergenti degli assessori – come quelle dell’assessore De Gennaro, che si è detta assente pur risultando presente al momento della votazione – gettano benzina sul fuoco e per appianare le polemiche, questa volta, non basterà la forza carismatica di Michele Emiliano.

Il grande appeal che le questioni sportive, e calcistiche in particolare, hanno in Italia ha permesso che quello che è stato definito un errore umano emergesse prepotentemente, nel paradosso dell’approvazione di una delibera da parte della giunta comunale a sua stessa “insaputa”. Se la stampa e l’opinione pubblica non avessero sollevato il caso, infatti, secondo la versione del Sindaco, la richiesta di fallimento della prima squadra di calcio cittadina sarebbe andata avanti di default, senza che nessuno la discutesse realmente. Se fosse vera la versione del relatore Pasculli, invece, questo sarebbe il tentativo di Emiliano di trattare materia così delicata nel silenzio di una riunione di giunta comunale.

Nella settimana che porta alle celebrazioni di San Nicola, nonostante le dichiarazioni di facciata, a Bari si vivono giorni di altra tensione. La richiesta di fallimento della società sportiva appare agli occhi dei tifosi come l’ennesima beffa in una stagione calcisticamente povera di soddisfazioni, ma che potrebbe segnare il tanto sperato ingresso in società di nuovi soci capaci di risollevare le sorti economiche e sportive del club. Il debito che il Bari calcio ha accumulato con il Comune negli ultimi anni è decisamente alto – oltre i 2 milioni di euro – e la volontà di sanare il credito è, da parte dell’amministrazione comunale, del tutto legittima. Il sindaco Emiliano, tuttavia, dopo aver pasticciato grossolanamente all’indomani della pubblicazione della delibera di giunta che era rimasta ben nascosta, non è stato capace di spiegare il comportamento dell’amministrazione comunale in un momento così delicato per una società che coinvolge, comunque la si voglia pensare, i sentimenti di migliaia di baresi.

La passione e la vicinanza ai colori della squadra hanno distinto in passato il Sindaco di Bari, che si è sempre posto come intermediario tra la famiglia Matarrese ed eventuali acquirenti, anche quando questi battevano bandiera americana ed erano solo in cerca di pubblicità: la rottura totale, rappresentata dalla delibera fantasma e dell’ultimatum imposto alla proprietà, che ha sette giorni di tempo per presentare un efficace piano di rientro, è sintomo di anomalo rigore.

Con l’eventuale fallimento della società la squadra, in virtù del Lodo Petrucci, sarebbe costretta a ripartire da una serie inferiore a quella occupata (oggi, già retrocessa in B, potrebbe iscriversi solo al campionato di Lega Pro) e la proprietà passerebbe di mano senza che alcuno spenda più del burocraticamente necessario. Oggi, sono molti i gruppi d’interesse che ruotano attorno all’orbita dell’A.S. Bari e sono tanti gli imprenditori che sarebbero ben contenti di sfruttare lo sport più amato dagli italiani come cassa di risonanza per affari finanziari, cogliendo la palla al balzo – ed è proprio il caso di dirlo – per entrare in un ricco sistema economico, sfruttando, magari, la delibera fantasma della giunta Emiliano.