Gentiloni: “La legislatura è finita”. Meno male!
24 Novembre 2017
di Carlo Mascio
Sotto traccia, senza grandi titoloni né clamori, il governo ieri ha rischiato. Tanto che Gentiloni, come riporta Repubblica, era ad un passo dalle dimissioni e ora più che mai sembra non avere dubbi: “La legislatura è finita” ha ammesso con i suoi a fine giornata. Quello che è successo ieri, per la verità, era abbastanza prevedibile.
Gli eventi sono precipitati, manco a dirlo, proprio sulla legge di bilancio in discussione al Senato. Ad accendere la miccia ci hanno pensato gli alfaniani di Ap e i fedelissimi di Giuliano Pisapia chiedendo rispettivamente la reintroduzione del bonus bebè e l’abolizione dei superticket sanitari. I primi per avere una piccola bandierina da sventolare nella prossima campagna elettorale, i secondi per poter accedere all’alleanza con il Pd senza scatenare troppe accuse a sinistra. In entrambi casi, la minaccia era la stessa: o così o salta il governo, “anche se mettete la fiducia” rincara la dose Maurizio Lupi di Ap. E se l’esecutivo prevedeva di stanziare 200-300 milioni in più per le “misure occasionali” (o mancette, come dir si voglia), le richieste aggiuntive delle forze di maggioranza arrivavano addirittura ad un miliardo e mezzo. Cosa che avrà fatto balzare dalla sedia il povero Padoan, alle prese con i falchi di Bruxelles che già non vedevano di buon occhio la manovra attuale (e sicuramente chiederanno una manovra aggiuntiva in primavera), figuriamoci se arriva a prevedere un miliardo e mezzo in più, dato che, con ogni probabilità, si tradurrà in più deficit.
Alla fine l’esecutivo mostra segnali di apertura: fuori tutte le altre richieste, dentro il bonus bebè e discussione aperta sui superticket. Tutto salvo. Almeno per ora. Per salvare capre e cavoli, a quanto si apprende, è dovuto intervenire anche Renzi che nei giorni scorsi aveva aperto sia al bonus bebè che alle richieste dei pisapiani. I motivi di queste “aperture” renziane sono legate a doppio filo con la costruzione della coalizione di centrosinistra. E se quella con Ap, al momento sembra più lontana (o perlomeno è tutta da costruire), è caldissima la pista per l’aggancio a Pisapia. “Niente sfregi a nessuno” è il diktat renziano del momento, a costo, come sempre, di mettere in discussione lo stesso governo.
Insomma, refrain renziani a parte, una cosa sembra certa: la legislatura, stando così le cose, è davvero agli sgoccioli, con buona pace di chi crede ancora che ci siamo tempo e soprattutto i numeri per approvare ius soli e biotestamento. La futura e per ora fantomatica coalizione di centrosinistra si deve rassegnare: dovrà trovare altre ragioni-vinavil per stare insieme.