Germania, crollano i socialdemocratici ma la Merkel non festeggia
08 Giugno 2009
Come in altri paesi, anche in Germania il partito socialdemocratico ha dovuto fare i conti con una delle sconfitte più pesanti della propria storia. Già nel 2004, il magro 21 per cento di consensi rappresentò il minimo storico per l’SPD dell’allora Cancelliere Gerhard Schröder. Ieri il disastro si è riproposto e i socialdemocratici sono addirittura affondati sotto quella soglia psicologica (20,8 per cento). Segno che il cambio alla guida del partito avvenuta nel settembre scorso non è servito ad appianare la crisi interna e a ridare slancio ad una formazione oscurata sin dall’inizio della legislatura dalla popolarità della signora Merkel. Tanto che i quotidiani tedeschi di questa mattina speculano su un possibile passo indietro dell’attuale candidato alla Cancelleria Frank-Walter Steinmeier.
In realtà, complice anche la bassissima affluenza (poco meno del 43 per cento dei tedeschi si è recato alle urne), la ripartizione dei seggi potrebbe esserne risultata parzialmente distorta. La CDU/CSU si mantiene primo partito, staccando di diciassette lunghezze esatte i colleghi di Große Koalition. Rispetto al 2004 il calo è evidente (-6 per cento), ma allora la vittoria dei democristiani fu in massima parte determinata dal malcontento per l’azione di governo del gabinetto rosso-verde. Rispetto alle consultazioni federali del 2005 il blocco conservatore ha invece ottenuto circa tre punti percentuali in più. Segno che, nonostante la crisi economica e il pasticcio su Opel, la Cancelliera rimane un leader apprezzato tra gli elettori.
Ad approfittare del lieve calo della CDU/CSU ci ha comunque pensato, proprio come nel caso delle elezioni in Assia dello scorso gennaio, il partito liberale. L’FDP di Westerwelle, per nulla insidiato dai teoremi anticapitalistici che si rincorrono in questi mesi, ha raccolto ben l’11 per cento dei suffragi (rispetto al 6 per cento del 2004 e al 9 per cento del 2005). I voti persi dall’SPD sono con tutta probabilità migrati verso i Verdi, balzati ad un inaspettato 12 per cento, senza invece trasferirsi a Die Linke, ferma al 7,5 per cento.
Per quanto si tratti di un test tutto sommato marginale e tenendo conto che la partita si deciderà tutta a ridosso del 27 di settembre, il quadro che pare emergere dalla consultazione di ieri è estremamente positivo per l’alleanza giallo-nera che si candida a guidare il paese. Il tandem Merkel-Westerwelle, benché ancora lontano da quota 50 per cento, pare a pochi passi dal traguardo. Ma è bene non dimenticare che, anche quattro anni fa, alla vigilia del voto, tutto faceva pensare che liberali e democristiani sarebbero presto tornati al governo. Poi qualche errore tattico da parte della signora Merkel e la maestria dialettica del suo avversario capovolsero i numeri dei sondaggi.
Se l’SPD dovesse riuscire a ritrovare compattezza per il prossimo appuntamento elettorale di agosto (si voterà in alcune regioni), la partita potrebbe riaprirsi.