Germania, proporzionale addio. Si parla di una nuova legge elettorale

Banner Occidentale
Banner Occidentale
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Germania, proporzionale addio. Si parla di una nuova legge elettorale

04 Luglio 2008

Per più di un anno le tribune politiche del nostro paese hanno quotidianamente bombardato i loro telespettatori con fiumane di parole sulle doti taumaturgiche che una legge elettorale alla tedesca avrebbe avuto una volta importata al di qua delle Alpi. Tra i nostalgici della Prima Repubblica si erano incaponiti un po’ tutti, da Casini a Fassino, passando per Bianco e senza dimenticare D’Alema. Come spesso accade, però, molti di loro parlavano senza cognizione di causa, senza cioè aver mai nemmeno avuto per le mani il testo della normativa adottata in Germania.

Ebbene, se si tralascia per un attimo l’aspetto più squisitamente politico del caso, ovvero quello relativo alla formazione post-elettorale delle alleanze e si rivolge invece la propria attenzione a come la legge sia stata tecnicamente strutturata, il rischio di ritrovarsi con gli occhi incrociati dopo appena qualche minuto di lettura è tutto fuorché remoto. Ad accorgersi di alcune clamorose incoerenze legate proprio all’estrema complicazione dei calcoli relativi all’attribuzione dei seggi sono stati anche alcuni cittadini tedeschi, i quali, grazie al particolare meccanismo della Verfassungsbeschwerde che consente il ricorso diretto alla Consulta, hanno chiesto ai giudici di Karlsruhe di vagliare la costituzionalità di alcune disposizioni della legge, concernenti il rapporto tra primo e secondo voto.

La disciplina attuale, infatti, prevede che gli elettori possano esprimersi attraverso due preferenze: con la prima (Erste Stimme) eleggono il candidato del proprio collegio uninominale, mentre con la seconda (Zweite Stimme) scelgono una fra le liste di partiti presenti nella regione di riferimento. Peccato però che, spesso, pur ottenendo più voti attraverso la Zweite Stimme un qualsiasi partito porti a casa meno deputati. Il motivo? Gli effetti del cosiddetto Überhangmandat, vale a dire il "mandato in sovranumero". Se infatti i vincitori nei diversi collegi uninonimali di un Land superano il numero di seggi che sarebbero spettati al partito sulla base del voto di lista, tali aspiranti deputati "in sovranumero" verranno comunque eletti e il numero dei seggi del Bundestag, fissato dalla legge nel numero di 598, per forza di cose lieviterà. Ne sia una prova il fatto che in occasione delle elezioni "suppletive" tenutesi a Dresda qualche settimana dopo il voto generale del settembre 2005, la CDU, per avere un seggio in più alla Camera bassa, sperava ardentemente di rimanere sotto i 41.225 suffragi nel voto di lista. Ne ottenne 38.000, aggiudicandosi così un deputato "in sovranumero".

Dinanzi ad alchimie aritmetiche del tutto contro-intuitive come queste, ieri la Corte Costituzionale ha detto una volta per tutte basta. Il sistema, così come è oggi congegnato, viola infatti "il principio dell’uguaglianza del voto e della sua immediatezza". Per tale ragione entro il 2011 dovrà essere modificato. La consultazione di tre anni fa, ha concluso la Corte, rimane comunque valida e non dovrà essere ripetuta. Anzi, è assai probabile che in occasione delle elezioni generali per la Cancelleria, fissate di recente per il 27 settembre 2009, il nuovo Bundestag venga eletto con le medesime regole appena dichiarate incostituzionali. Un’ipotesi a dir poco bizzarra e che non ha mancato di suscitare malumori tra alcuni politici di maggioranza e opposizione, intenzionati a mettere mano alla legge prima della consultazione dell’anno prossimo. Ora che anche la Germania ha imboccato il tunnel del "dibattito sulla nuova legge elettorale", possiamo davvero stare tranquilli: di "Porcellum" non ne esiste solo uno…