Germania vs Portogallo, le due velocità del Vecchio Continente
09 Giugno 2012
La sfida di questa sera tra Germania e Portogallo rappresenta senza dubbio il primo big match di questi Europei. All’Arena di Leopoli (nome italiano di L’viv, città ucraina di quasi 850mila abitanti) incrociano le spade due tra le nazionali più forti del continente. Da una parte, la solida formazione del ct Joachim Löw, che in ogni competizione non viene mai accreditata tra le favorite, ma che alla fine arriva quasi sempre fino in fondo. Quest’anno il discorso è diverso: l’undici tedesco parte appena dietro all’Invencible Armada spagnola, la quale, dopo aver trionfato agli Europei del 2008 e ai Mondiali del 2010, è chiamata alla conquista di un triplete che la consacrerebbe per sempre nel Panthoen della storia del calcio. Dall’altra parte, invece, l’eterna incompiuta: il palmares della Seleção Portuguesa recita "zero Europei, zero Mondiali". Questo a dispetto dei grandissimi talenti che, nel corso degli anni, hanno indossato la maglia vermelho-verde: dal mitico Eusebio, che condusse il Portogallo al terzo posto ai Mondiali inglesi del 1966, fino al divo Cristiano Ronaldo, stella del Real Madrid e numero due al mondo dopo Lionel Messi, passando per autentici geni del pallone quali Nené, Luis Figo o Rui Costa. Nella mente dei lusitani ancora brucia il ricordo della finale degli Europei del 2004, quando davanti al proprio pubblico si arresero contro tutti i pronostici a una sorprendente Grecia.
La nazionale guidata da Paulo Bento avrebbe tutte le carte in regola per comportarsi bene in questi campionati, ma il girone di ferro in cui è capitata non facilita di certo le cose: insieme alla Germania, il girone B le metterà di fronte anche la temibile Olanda, oltre alla Danimarca. In occasione degli Europei del 2000, tuttavia, fu proprio il Portogallo a sbancare ogni previsione, classificandosi al primo posto di un girone durissimo, in cui era in compagnia di Inghilterra, Romania (qualificatasi come seconda) e la stessa Germania. Il 20 giugno, al De Kuip di Rotterdam, i lusitani umiliarono letteralmente la più quotata compagine tedesca, grazie a una tripletta dell’ex laziale Sergio Conceição. In seguito, la Fußballnationalmannschaft ebbe modo di rifarsi dell’onta subita: la prima volta, in occasione della finale per il terzo e quarto posto ai Mondiali del 2006 – quelli in cui a trionfare fu l’Italia – vinta dai teutonici per 3-1; la seconda, nel girone eliminatorio della scorsa edizione degli Europei, grazie a uno spettacolare 3-2.
Stasera, pertanto, si replica quella che negli ultimi anni è diventata una classica del calcio internazionale. Una sfida affascinante anche spostando l’obiettivo dal rettangolo verde alle caratteristiche, ai costumi, alla situazione socio-economica dei due Paesi. Per certi versi, l’incontro tra la nordica Germania e il latino Portogallo mette di fronte, da una parte, il sistema economico-finanziario più solido in Europa – i Bund tedeschi vengono utilizzati come metro di paragone per misurare l’affidabilità dei conti pubblici dei vari Stati – dall’altra, una delle "cinque sorelle" accomunate dall’acronimo PIIGS: oltre al Portogallo, l’Italia, l’Irlanda, la Grecia e la Spagna. Con tale sigla, come è noto, la stampa anglosassone identifica i cinque sistemi europei che più di tutti presentano fattori di criticità per quanto riguarda la stabilità dei conti pubblici e la competitività dell’economia nazionale. Mentre un gioco di mano del destino ha inserito nello stesso girone la nazionale italiana, quella spagnola e quella greca, i sorteggi hanno decretato che il Portogallo se la sarebbe dovuta vedere con Nazioni dalle economie più floride, quali la Germania appunto, l’Olanda e la Danimarca, sebbene anch’esse siano tutt’altro che indenni rispetto agli effetti della crisi globale.
Il divario tra Lisbona e Berlino, tuttavia, è consistente: il primo trimestre 2012 ha fatto registrare, per la Germania, un aumento del Pil dell’1,2% su base annuale, contro il -2,2% del Portogallo. Per il 2013, invece, le stime valutano un +1,6% per il Paese tedesco, contro un +0,2% per i lusitani. Analizzando, infine, il rapporto debito/Pil, per il Portogallo esso si è attestato nel 2011 a 107,8%, mentre la Germania è scesa dall’83% del 2010 all’81,2% del 2011. Il Paese governato da Pedro Passos Coelho – esponente del Partito Socialdemocratico, che a dispetto del nome fa parte del Partito Popolare Europeo – è alle prese, in misura diversa, con i medesimi problemi che ostacolano la ripresa in Italia: elevato debito pubblico, fiato sul collo da parte delle agenzie di rating, malumori riguardo alla moneta unica. In primo luogo, però, c’è il forte mal di pancia per le misure di austerity che le linee guida della Cancelliera tedesca Angela Merkel hanno "imposto" ai governi dell’area euro. Ecco quindi che, su un piano totalmente differente quale quello sportivo, la sfida tra il Portogallo e la Germania proietta sul campo la voglia di rivalsa di un Paese del Sud Europa, considerato spesso quasi una palla al piede per il sistema europeo, contro la locomotiva del Continente, che però appare troppo frequentemente più preoccupata degli interessi interni rispetto alla stabilità generale europea.
Germania-Portogallo, però, è prima di tutto una partita di calcio e in campo non varranno le dinamiche politiche ed economiche, bensì il valore delle due formazioni. L’undici di Löw parte favorito rispetto agli uomini di Bento: negli ultimi anni i tedeschi hanno aumentato il proprio tasso tecnico, grazie agli innesti di talenti quali Mesut Özil, Toni Kroos, Mario Götze e Thomas Müller, senza rinunciare alla proverbiale graniticità del sistema difensivo. In più possono contare su uno dei portieri più forti del mondo, Manuel Neuer, e sulla vena realizzativa di due bomber puri quali il laziale Miroslav Klose e Mario Gomez. Il punto debole, forse, è la mancanza di ricambi all’altezza rispetto alla formazione titolare. Il Portogallo, invece, potrà fare affidamento su un’undici praticamente identico a quello schierato ai Mondiali del 2010 e sulla stella cristallina di Cristiano Ronaldo – sebbene in Nazionale non abbia mai ripetuto i numeri stratosferici messi in mostra con Manchester United e Real Madrid. Il punto debole è sicuramente rappresentato dall’atavica mancanza di una punta di spessore internazionale, alla Klose appunto: al centro dell’attacco verrà proposto Helder Postiga, assente ai Mondiali sudafricani. La bilancia del pronostico propende per i tedeschi, anche se Germania-Portogallo è il tipico incontro aperto a ogni risultato.