Gibilterra, Londra batte Madrid. Spagna cerca sponde Onu

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Gibilterra, Londra batte Madrid. Spagna cerca sponde Onu

12 Agosto 2013

Oggi una flotta di navi da guerra britanniche parte il Mediterraneo, proprio mentre le tensioni tra Spagna e Gran Bretagna su Gibilterra salgono al massimo livello. Secondo il governo inglese si tratta di esercitazioni che erano già state previste, non collegate alla disputa su “The Rock”, che intanto resta uno scontro legale. Ricordiamo brevemente: Gibilterra, enclave inglese, ha creato una barriera sottomarina di cemento, che secondo Madrid penalizza i pescatori spagnoli. Così, la Spagna ha reso più difficili i controlli di frontiera e minaccia di imporre una tassa di 50 euro di transito per lo stretto.

La Spagna però sembra aver scelto una strategia politica perdente nei confronti del Regno Unito e di Gibilterra. Le intenzioni di Madrid di rivolgersi alle Nazioni Unite in cerca di un sostegno politico in realtà è una spia delle insicurezze spagnole nell’affrontare "de visu" la Gran Bretagna. Insomma, sembra emergere un certo complesso d’inferiorità spagnolo che rende la partita diplomatica persa ancor prima di iniziare. Come ben sappiamo, il Regno Unito (insieme agli Usa, la Russia e pochi altri) è maestro assoluto di realpolitik e gioca da sempre secondo le regole del più forte. La posizione, le azioni, e le intenzioni di Londra all’Interno delle relazioni internazionali, si basano sempre sul suo potenziale reale. La Gran Bretagna raramente cede le sue posizioni se non vede la possibilità concreta di una sconfitta.

Per quanto riguarda la Spagna invece, sembra che Madrid abbia fatto il passo più lungo della gamba. Appare quindi improbabile che la Spagna possa rappresentare un pericolo reale per il premier Cameron, di conseguenza non è possibile che Londra prenda in considerazione qualsiasi compromesso sul caso di Gibilterra. La verità è che nelle relazioni internazionali, le dispute territoriali raramente sono risolte con l’aiuto del diritto internazionale o tramite risoluzioni ONU, e sono potenzialmente esplosive. Soprattutto, quando una parte del conflitto è rappresentata da una delle superpotenze nucleari come appunto la Gran Bretagna. Il mantenimento dell’integrità territoriale è sempre all’apice degli interessi nazionali di ogni singolo stato e la forza militare di un paese serve principalmente da deterrente per evitare che qualcun altro rivendichi il proprio territorio sovrano.

In sostanza, la questione di Gibilterra è assai complessa e visto che Londra non è intenzionata a discutere la sovranità di Gibilterra, le successive azioni unilaterali di Madrid rischiano di complicare ulteriormente le cose. Per la Gran Bretagna, il referendum di Gibilterra del 2002 ha già determinato la volontà dei residenti della Rocca. Con il 98,97% di preferenze, Gibilterra ha scelto di appartenere al Regno Unito e di non consentire la divisione della sovranità con la Spagna. Per di più, le intenzioni di Madrid, di portare il caso dritto all’Onu, e di coinvolgere addirittura l’Argentina, sbarra ulteriormente la strada a future trattative.

Secondo le ultime indiscrezioni, il ministro degli esteri spagnolo, in visita a Buenos Aires a settembre, cercherà di unire le forze con la signora Kirchner per assicurarsi il suo voto all’Onu e per portare avanti la battaglia contro "l’imperialismo britannico"… Se la Spagna proseguisse in una strategia del genere rischierebbe di alienarsi i numerosi sostenitori politici in Europa. Il Regno Unito è già in tensione con l’Argentina da numerosi decenni per le isole Falklands. Nell’aprile del 1982, il premier britannico, Margaret Thatcher intervenne militarmente per fermare l’attacco argentino sulle isole, difendendo il proprio territorio da un aggressore che rivendicava e tuttora rivendica le Falklands unicamente per la loro vicinanza geografica con Latino America. In realtà, l’Argentina non ha mai posseduto storicamente le isole Falklands e quindi non ha mai avuto nessun diritto nel reclamare la sua sovranità.

La questione spagnola è certamente diversa e non può essere paragonata con le pretese di Buenos Aires, ma incaponendosi sulla linea che ha deciso di seguire Madrid rischia di compromettere le sue ragioni, in un antagonismo destinato a polarizzare le diplomazie. Sono questi i presupposti di una crisi regionale europea che non gioverebbe a nessuno, ma soprattutto non gioverebbe alla Spagna. La Spagna è più debole della Gran Bretagna, sia politicamente sia militarmente, e sfortunatamente per Madrid, la risoluzione dei conflitti riguardanti le sovranità dipende esclusivamente dalla loro forza politica, dalla loro forza militare e dalla forte determinazione di uno stato nell’usare le proprie risorse per mantenere la propria integrità territoriale. Il Regno Unito ha tutte le carte in regola per difendere l’attuale status quo, mentre la Spagna non è in grado di compiere passi politici decisivi per cambiare la situazione attuale.