Giulio Andreotti è stato il Cavour dei suoi tempi
07 Maggio 2013
Andreotti era il "mostro". Andreotti era il "divo". Andreotti emanava puzzo di zolfo circondato dalle acquasantiere. Ha cominciato abbracciato alla Magnani e ha finito per rappresentare la nostra cattiva coscienza. Ha rappresentato l’Italia. Maccheronesca e mezzana, sorniona e feroce, cialtrona e cardinalizia, sottilissima e arruffona. Frenetica, inconcludente, irritante, irridente, smemorata, un po’ greca, un po’ romana (e certe volte romanesca), un po’ bizantina. Doppio gioco, doppia faccia e doppia morale. Giulio Andreotti è stato il Cavour dei suoi tempi, commisurato ai suoi tempi, agli equilibri "delicati" e alle ambizioni "tranquille" della Repubblica. E’ e sarà sempre perché, oltre se stesso, rappresenta lo spirito di qualcosa.