Gli anni passano, le mamme imbiancano e Formigoni cosa farà?
26 Agosto 2011
di Luca Negri
Gli anni passano, le mamme imbiancano e noi non abbiamo ancora capito se Roberto Formigoni è seriamente intenzionato a candidarsi alla leadership del Pdl, e di conseguenza a capo di quella sgangherata cosa che ci ostiniamo a chiamare centrodestra. Ormai meritiamo qualche certezza in più. Mica perché non lo vedremmo bene in quel ruolo, tutt’altro. Lo sa il cielo se la scuderia non può mettere in campo di peggio, dopo la gestione Alfano che pare nel sentire di molti “di transizione” (e pensare che in altri ambienti si diceva lo stesso per l’opzione Ratzinger sul trono di Pietro…).
Quanto è interessato l’invito di Formigoni letto su “Libero” ad “azzerare le gerarchie” dentro il Pdl? Veramente vuole primarie limitate ai soli “segretari politici cittadini, provinciali e regionali”? Chi sarebbero, secondo lui, “i mandarini” che stanno facendo slittare le elezioni interne perché “hanno paura del giudizio del popolo”. Come se ci fosse qualcuno che in questa fase non se la fa un po’ sotto all’idea di sondare il proprio gradimento. Ma poi Formigoni ha scritto a “il Giornale” che non mira a sostituire il Cavaliere. E non si è risparmiato un argomento molto convincente: “Chi potrebbe oggi, sano di mente, invidiare Berlusconi o tramare per sostituirlo?”. In effetti basta che una diciassettenne ti entri in casa per rischiare grosso. Nessuna mira in alto, dunque. L’equivoco pare chiarito; fino al prossimo.
Insomma Formigoni quanto è “sano di mente”? Ama anche lui “Elogio della follia” di Erasmo, libro notoriamente prediletto da Berlusconi? Possiamo immaginare queste benedette primarie con il suo nome sulla scheda? In politica si sceglie sempre fra il meno peggio, anzi la politica è sempre e non altro che riduzione del danno. E l’ipotesi Formigoni potrebbe convincerci, se la percepissimo salda abbastanza. Prima di tutto il Presidente della Lombardia è un cattolico; con i tempi bui che corrono e la frigidità spirituale che paralizza la politica Ue ci sembra già una garanzia non da poco. E poi gira voce che Formigoni si sia fatto vedere al concerto milanese dei Metallica dello scorso luglio. Notizia che ha aperto il cuore a noi vecchi metallari, che però preferiamo le magliette con il mostriciattolo degli Iron Maiden alla camice con fantasie hawaiane.
Vorremmo però che alcune ambiguità venissero messe da parte. E sono a ben vedere le stesse ambiguità che talvolta troviamo in Comunione e Liberazione, o almeno nella sua storia posteriore al trapasso di Don Giussani; le stesse ambiguità che sfilano al Meeting di Rimini ogni anno, non escluso in quello che si sta svolgendo in questi giorni. Certo, un poco di ecumenismo è utile. Ma era proprio il caso di presentare a Rimini il libro di Mario Calabresi dove fra gli italiani "che non hanno mai smesso di credere nel futuro" non manca il Dottor Faustus Veronesi? Uno che sui temi bioetici si pone a distanze siderali da Cl? Meno male che questi inviti poco rassicuranti sono bilanciati da quelli ad autori meno politicamente corretti (anche quest’anno non manca Fabrice Hadjadj, il più lucido ed appassionato filosofo cattolico in circolazione). Però alla fine una scelta chiara fra il sogno della longevità per via medica accarezzato anche da Don Verzè e l’accettazione della fragilità creaturale così centrale nel cristianesimo va fatta.
E parlando di economia, Formigoni rappresenterà sempre quella che con felice espressione Camillo Langone definì “destra grattacielara” o possiamo finalmente sperare che si torni a parlare di dottrina sociale della Chiesa? Secondo il filosofo Augusto Del Noce, vicino nei suoi ultimi anni a Cl, la Democrazia Cristiana era diventata forse democratica ma sempre meno cristiana. Vorremmo evitare gli errori del passato. E che dire della politica estera? Dobbiamo aspettarci qualche visita ad un futuro Saddam Hussein nel nome di andreottismi mediorientali ormai anacronistici o possiamo contare su di un atlantismo convinto?
Proprio perché Formigoni non ci dispiace, preferiremmo avere le idee chiare. In fondo è stato lui stesso a spronare dai microfoni di SkyTg24 un altro che sembra sempre sul punto di scendere in campo ma poi tentenna, Luca Cordero di Montezemolo: ”Quando uno vuole avanzare sistematicamente delle proposte sulla politica è bene che si candidi in prima persona. Dica io fondo un partito, mi colloco di qui, mi colloco di là”. Era ora che qualcuno glielo dicesse.