Gli auguri di Vendola tra buoni consigli e cattivo esempio

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Gli auguri di Vendola tra buoni consigli e cattivo esempio

26 Dicembre 2011

La libreria alle sue spalle è in ordine maniacale, ma le sue parole deludono le aspettative. Lui è Nichi Vendola ed ha omaggiato gli italiani, e i pugliesi in particolare, di una romantica, poetica ed amorevole video-lettera confezionata in casa per augurare a tutti un caloroso “Buon Natale”.

Certo, dice lui, è un Natale un po’ strano perché rincorso dal progredire della crisi, stretto dalle manovre del vecchio e del nuovo governo e privo di speranza per i giovani italiani. È un Natale un po’ strano, sì, e Nichi ha ragione. Come dare torto all’uomo che governa una delle regioni più importanti d’Italia, unico costruttore delle autostrade per il futuro dei giovani e, soprattutto, anima candida della cultura italiana? Impossibile, non può che aver ragione.

“Uno alza gli occhi al cielo” – tanto per rubare un’immagine del poeta di Terlizzi – e rischia di rimanere accecato dalla meteora vendoliana, piuttosto che essere guidato dalla cometa della ragione: il discorso del governatore è ricco di spunti (così tanti che ci si perde), esuberante negli aggettivi, attento ai problemi dell’Italia ma tremendamente povero di soluzioni. Vendola critica, percuote a colpi di mannaia la storia recente dell’Italia e non salva proprio nessuno, né il cattivo Berlusconi, così diverso da lui, né il premier Monti, invocato salvatore della Patria. Nichi ce l’ha con tutti perché la campagna elettorale è sempre alle porte ed è utile cavalcare i malumori dell’antipolitica sperando di raccogliere consenso qui e lì. Lo fa, ma dimentica di essere il governatore di una regione e massimo esponente di quella classe dirigente politica capace di incidere sulla vita delle persone e sul futuro delle giovani generazioni.

I sogni della cosiddetta “Italia migliore” vivono in lui, ma nei fatti la realtà è ben diversa. Il deficit sanitario non accenna a diminuire, il ticket è ancora una certezza, la benzina è la più cara del Paese e l’emigrazione giovanile è spasmodica: il libro delle ricette è completo ma ai fornelli, Nichi, delude. “Uno alza gli occhi al cielo” e si chiede cosa divida la realtà dalla poesia; guarda Nichi e comprende. Vendola ha raccolto in sé le contraddizioni della vita e ne ha fatto un vessillo da esibire anche con orgoglio, perché solo lui sa dispensare buoni consigli e dare il cattivo esempio.