Gli Etruschi nelle ville di Roma raddoppiano

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Gli Etruschi nelle ville di Roma raddoppiano

22 Gennaio 2012

Al termine di un lungo percorso di restauro, recupero e riallestimento, avviato nel 1998 e finanziato con 15 milioni di euro all’epoca del Giubileo e successivamente con 1 milione di euro dal gioco del Lotto, 4 milioni dal Comune di Roma e 1.165.000 euro dai fondi ordinari del ministero per i beni e le attività culturali, Villa Poniatowsky si affianca a Villa Giulia per costituire il nuovo museo etrusco della capitale. Con il riordino della collezione e l’ampliamento degli spazi espositivi, Veio riacquista la dignità di antica capitale etrusca e storica rivale di Roma con quattro sale espositive a Villa Giulia, mentre maggior spazio guadagna la sezione dedicata ai centri del Latium vetus e dell’Umbria, dislocata nella villa voluta nell’Urbe alla fine del XVIII secolo dal nipote dell’ultimo re di Polonia e concepita dal Valadier sulle rovine di villa Cesi Sinibaldi.

Alle statue in terracotta policroma di Ercole, Apollo e Latona provenienti dagli scavi di Isola Farnese, si affiancano così, nella villa rinascimentale voluta da Papa Giulio III alla metà del XVI secolo, preziosi reperti provenienti dai depositi e finora raramente esposti, come il corredo bellico bronzeo del re sacerdote al carro funebre adibito al trasporto delle urne cinerarie dalla tomba principesca della necropoli di Monte Michele. Giunti invece a Villa Poniatowsky lungo un viale di lecci secolari alle pendici di Villa Strohl-Fern, si possono ammirare i corredi principeschi di Palestrina, la statuaria proveniente dal santuario di Satricum, la sepoltura in tronco di quercia di Gabii e i reperti provenienti da Nemi, Lanuvio, Velletri, Tivoli, Forte Antenne e dai centri umbri di Todi e Gualdo Tadino.

Il tutto inserito nel contesto delle splendide sale recuperate dall’architetto Francesco Scoppola, con affacci, scorci, vedute di una parte di città inedita, tra le cime verdi di Borghetto Flaminio e Villa Borghese. Si conclude così il ritorno alla città di uno spazio destinato sin dal 1972 a sede museale, dove fino all’inizio degli anni Ottanta insistevano officine e sfasciacarrozze. Rimane un forte limite: Villa Poniatowsky è accessibile per ora solo su prenotazione per piccoli gruppi. Manca infatti il personale per garantirne l’apertura continuativa. La speranza è che le nuove assunzioni previste dal decreto salva Italia consentano l’immissione nei ruoli dei custodi necessari.