Gli Houthi, l’odio antisemita e i bagliori della nuova guerra mondiale

LOCCIDENTALE_800x1600
LOCCIDENTALE_800x1600
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Gli Houthi, l’odio antisemita e i bagliori della nuova guerra mondiale

Gli Houthi, l’odio antisemita e i bagliori della nuova guerra mondiale

14 Gennaio 2024

Dopo l’11 Settembre 2001, durante un lungo sermone tenuto in occasione dell’anniversario della Giornata internazionale della Forza Quds (una componente delle Guardie della rivoluzione islamica iraniana), il fondatore del gruppo terrorista yemenita Houthi, Hussein al-Houthi, si unì all’Hezbollah libanese nel dire che l’attacco contro l’America era stato un complotto ebraico e che Osama Bin Laden risiedeva in un hotel americano.

Durante il sermone, al-Houthi invocò il genocidio degli ebrei. Negli ultimi vent’anni, gli Houthi hanno condotto una serie di atti terroristici contro il governo yemenita, rovesciandolo e prendendo il potere a Sanaa nel 2015. Da allora i terroristi yemeniti sono stati addestrati e hanno ricevuto equipaggiamento militare dalle forze del caos che odiano gli ebrei e l’Occidente e mirano a sovvertire l’ordine internazionale liberale.

L’odio antisemita e antioccidentale

Nel febbraio del 2022, durante un discorso pronunciato nel corso di una manifestazione studentesca ad Hajjah, nello Yemen, uno studente yemenita ha detto che gli Houthi colpiranno New York e Tel Aviv con i loro missili e droni, oltre che attaccare l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti.  Quello stesso mese, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha imposto l’embargo sulle armi agli Houthi.

L’11 marzo 2022, il Memri ha riportato estratti di un sermone di un mufti Houthi sulla guerra in Ucraina: “Chiediamo ad Allah di rendere feroce la violenza tra Russia e Ucraina”. Il 4 maggio dello stesso anno, sempre il Memri ha riportato un pezzo del sermone tenuto il venerdì da un altro predicatore Houthi: “Chiediamo ad Allah che la guerra in Europa non si fermi; Parigi, Londra, Berlino saranno distrutte”.

Il 18 dicembre scorso, la Casa Bianca ha annunciato l’operazione Prosperity Guardian, una coalizione multinazionale formata per rispondere agli attacchi Houthi alle navi che transitano nel Mar Rosso. Decine di navi sono state attaccate dagli Houthi nel quadrante, costringendo le compagnie internazionali a modificare una delle rotte commerciali strategiche a livello globale, quella del Canale di Suez.

Secondo Benoit Faucon e Dov Lieber, sul Wall Street Journal del 22 dicembre scorso, una nave spia iraniana fornirebbe informazioni in tempo reale agli Houthi per attaccare le navi commerciali in transito nello stretto di Bab el-Mandeb, lo stretto che congiunge il Mar Rosso con il Golfo di Aden e quindi con l’Oceano Indiano. The Strategist, il sito del think tank Australian Strategic Policy Institute, scrive che gli attacchi degli Houthi, la guerra islamofascista di Hamas contro Israele, le tensioni e gli scontri sul fronte libanese con l’Hezbollah, sono tutte espressioni della “internazionale jihadista”.

“Gli Houthi, uno dei proxy iraniani di lunga data,” si legge sul sito dell’ASPI, considerano “la loro guerra nello Yemen come parte della jihad regionale condotta dalle Guardie della Rivoluzione Islamica”, i pasdaran iraniani, per “distruggere Israele”. Il 22 gennaio del 2022, durante le manifestazioni pro Houthi a Gaza, gli islamofascisti hanno intonato slogan come “A morte il clan Saud!” e il sempreverde “L’America è il Grande Satana”. Del resto, secondo i giornalisti della stampa kuwaitiana il sostegno di Hamas agli Houthi non dovrebbe sorprendere, considerando l’appoggio palestinese a Saddam Hussein durante la invasione del Kuwait.

Il raid angloamericano contro gli Houthi, una mossa di deterrenza?

Dopo aver rimosso gli Houthi dalla lista dei gruppi terroristi nel febbraio del 2021 – messo sotto pressione da una parte dell’élite liberal convinta che gli islamisti si battono per aiutare i poveri yemeniti – Biden ora torna a definirli “terroristi” e insieme al Regno Unito colpisce le loro basi nei paradisi del terrore. I bombardamenti degli angloamericani contro le basi degli Houthi sono un  avvertimento rivolto agli ayatollah iraniani. Secondo fonti citate da Sky News Arabia, gli Houthi sarebbero stati avvisati in anticipo dell’attacco dei giorni scorsi. Il raid anglo-americano non ha provocato vittime civili. Si tratta, secondo il quotidiano Avvenire, di “una mossa che avvalorerebbe la tesi della deterrenza”.

I satelliti delle democrazie occidentali scrutano il Mar Rosso, mentre un vasto schieramento aeronavale angloamericano, a cui potrebbero affiancarsi flotte e cacciabombardieri europei, si prepara a quello che potrebbe rivelarsi il colpo mortale per il regime iraniano. Ieri il Pentagono ha confermato che la USS Carney ha lanciato i Tomahawk contro i sistemi radar degli Houthi. “Non siamo interessati a una guerra con lo Yemen e a un conflitto di alcun tipo. Gli Stati Uniti hanno legittimamente ed esclusivamente colpito obiettivi militari” ha specificato il portavoce della Casa Bianca, John Kirby. Ma il presidente Biden parlando con i giornalisti ha usato toni più pesanti, lanciando un monito chiaro all’asse del male di sgonfiare i muscoli per evitare una escalation del conflitto in Medio Oriente.

Biden però deve vedersela ancora una volta con la fronda democratica contraria a interventi come quello deciso dal presidente contro i ‘ribelli’ yemeniti, mentre Donald Trump se la prende con “la stessa banda che si è ‘arresa’ in Afghanistan, dove nessuno è stato ritenuto responsabile o licenziato”. “L’Afghanistan è stato il momento più imbarazzante della storia degli Stati Uniti,” ha attaccato Trump che è in piena campagna elettorale.

Il Regno Unito, l’Australia, il Bahrain, il Canada, la Danimarca, la Grecia, l’Olanda, la Norvegia, Singapore e lo Sri Lanka fanno parte della coalizione a guida americana che ha fornito approccio logistico e di intelligence nel corso dell’intervento contro gli Houthi. Lo Stato maggiore USA ha confermato che i bombardamenti hanno distrutto parte dell’arsenale missilistico e navale con cui i terroristi si danno al sabotaggio commerciale.

Venti di guerra mondiale

Tutto si tiene fra la canaglie antioccidentale e antisemita: gli attacchi dei terroristi Houthi nel Mar Rosso a sostegno degli islamofascisti di Hamas, i tentativi di destabilizzazione del Medio Oriente portati avanti da Teheran col rischio di scatenare un confronto militare diretto con gli Usa, la lunga mano dello zar di Mosca che cerca di avvantaggiarsi spostando il tiro e l’attenzione di americani ed europei dal fronte ucraino. I grandi burattinai vanno cercati a diverse latitudini.

Dopo il fallimento della invasione in Ucraina, per restare in sella fino alle presidenziali di Mosca e in attesa di capire quali saranno i risultati elettorali nella sfida elettorale a Washington, Putin ha lasciato mano libera agli alleati in Medio Oriente. Dietro il Cremlino, il regime comunista cinese a sua volta osserva l’evolversi della situazione internazionale, preoccupato dalla vittoria elettorale di Lai a Taiwan (al momento senza una maggioranza parlamentare), commentando che la “riunificazione” con l’isola “ribelle” sarà “inevitabile”. I cinesi cercano di capire se la destabilizzazione globale gli sarà utile o meno.

Non pochi osservatori parlano di una situazione complessiva che potrebbe sfuggire di mano aprendo la porta a un nuovo conflitto mondiale. Intanto, dopo i massacri del 7 ottobre, Israele viene paradossalmente chiamato a difendersi davanti ai giudici della Corte dell’Aja dall’accusa di genocidio rivolta allo Stato ebraico dal Sudafrica. Gli occhi restano puntati su Teheran che potrebbe disporre delle armi di distruzione di massa messe gentilmente a disposizione dagli agenti del caos per scatenare l’inferno.

(La foto nel pezzo è tratta da Al Arabiya News)