Gli occhi (e le mani) di Sarkò sull’Intelligence francese

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Gli occhi (e le mani) di Sarkò sull’Intelligence francese

19 Gennaio 2010

Non si può dire che Nicolas Sarkozy trascuri d’occuparsi di quanto avviene negli uffici dell’Intelligence francese. Vien da pensare che, dall’oltretomba, le Florentin, il vecchio machiavellico François Mitterrand, possa strizzare l’occhio al successore post gollista.

Monsieur le President, a differenza di alcuni colleghi di altri Paesi, ha evidentemente piena contezza dell’importanza che può avere un’occhiuta sorveglianza  politica degli agenti segreti nelle democrazie occidentali, dove pur, a differenza delle "satrapie" dell’ Est Europa, per non parlare di numerosi stati asiatici, sudamericani ed africani,  esistono più o meno consistenti pesi e contrappesi parlamentari.

D’altronde, già nei panni di ministro dell’interno, mostrò vivo interesse nei confronti di questo settore vitale per gl’interessi nazionali della Francia.

Il coordinatore del reinsegnement, Bernard Bajolet, diplomatico di lungo corso con esperienze in Giordania, Bosnia, Iraq, Algeria, è uomo di stretta fiducia del presidente transalpino, che lo ha scelto e nominato nel luglio del 2008, e gli riporta ogni giorno i dossier più importanti, coordinando l’azione dei diversi rami del servizio segreto.

Erard Corbin de Mangoux, direttore generale del famoso DGSE, preposto alla sicurezza esterna, ha da diversi anni un rapporto di stima e confidenza con Sarkozy.

Bernard Squarcini, regista dell’ arresto del noto terrorista Yvan Colonna e attualmente leader dell’Intelligence interna, ha avuto, nel momento della lotta serrata tra l’attuale capo dello Stato e Jacques Chirac, l’accortezza di schierarsi dalla parte giusta.

Recentemente, anche la stella di una giovane e bella dama, Lorrayne Tournyol du Clos, trentaseienne esperta di geopolitica e terrorismo, ha iniziato a brillare nei cieli degli affari riservati di Parigi.

Facile immaginare che questi  astuti personaggi parteciperanno da par loro al nuovo progetto annunciato all’inizio di quest’anno dai palazzi del potere francese: la nascita di una grande scuola per la formazione delle spie.

Anche quella, ça va sans dire, sotto l’egida di Re Nicolas.