Ho sempre odiato le frasi fatte da sciocco qualunquista
04 Agosto 2011
Il parroco “don Dollaro”, chiamato così dai fedeli per la foga con cui prelevava le offerte dalle loro mani, sedeva su una delle panche dell’ingresso della chiesa e contava le offerte (il cui 10% entrava nelle sue tasche).
Personalmente non lo conoscevo molto bene, ci conoscevamo di fama però: io come avido e lui come scrittore, infatti, più volte avevo scritto i testi delle recite che i bambini del catechismo recitavano a Natale e a Pasqua.
– Laerte carissimo. Come stai?
– Bene, e lei?
– Non ci possiamo lamentare.
Ho sempre odiato queste frasi fatte: “Non ci possiamo lamentare”, “Tiriamo a campare”, “Come vuole il Signore”, “Bene per un vecchio della mia età”. Frasi da sciocco qualunquista che non ha un parere preciso sulla sua condizione e ricorre a questi standard idioti. E poi, anche se il Signore esiste, figuriamoci se è lui a provocarti l’artrite, i reumatismi, la gotta, la sciatica, la cervicale e via dicendo. Sai cosa gliene frega a lui di come stai?
– Sono venuto qui per farle una domanda riguardo la signora Masero.
Impallidì visibilmente. Evidentemente il dritto aveva capito che io avevo capito. Sapevo che lui sapeva che sapevo che lui sapeva.
– Cosa mi vuoi chiedere?
– Una fonte autorevole mi ha detto che… come dire, lei ha dei problemi spirituali e che proprio domenica scorsa è venuta a confessarsi.
– Confidarsi, prego.
– Per il vescovo non farà alcuna differenza.
Lo avevo sotto scacco: avevo in pugno quello sporco approfittatore (e alcuni dicevano che desse i soldi a strozzo).
Il suo viso era un esempio meraviglioso della scala cromatica completa: quando gli dissi che, se avessi parlato, sarebbe stato espletato e sarebbe finito in mezzo alla strada a chiedere le elemosina, raggiunse un punto di viola-rosso impareggiabile.
– Tu non vuoi mica…
– Dipende da come risponderà.
– Che cosa vuoi sapere?
– Io so che durante la confessione, la Masero le ha rivelato la sua omosessualità. Conferma?
Fece un sì col capo.
– Le ha per caso rivelato la stessa cosa l’assessore Calcagni?
– No. Perché avrebbe dovuto?
– E sua moglie che cosa le ha rivelato? Qualche inquietudine? Qualche desiderio nascosto? — neanche io sapevo precisamente cosa domandare.
– Spesso mi ha detto che faceva dei sogni strani in cui usciva dalla sua finestra volando. Desiderava essere libera da suo marito.
– Non le aveva spiegato perché?
– Si annoiava. Diceva che la vita che faceva con lui non la appagava e sognava di essere una donna inconsueta.
Guardai l’orologio e vidi che mancavano solo dieci minuti all’appuntamento con la Calcagni e Dazi.
Salutai in fretta il parroco, lui disse:
– Laerte, caro ragazzo, spero che questa piccola “confidenza” rimanga tra noi due.
– Ma certamente reverendo. Conti pure sulla mia discrezione. Ma non le sembra meglio ripagare questa mia disponibilità cancellando i crediti che ha con qualche poveraccio.
– Ma, figliolo, sai che cosa mi chiedi?
– Sì. Di rinunciare agli interessi dei prestiti che fa.
Rimase stupito: scommetto che non sapeva che io sapevo delle sue “cravatte”.
– Ma figliolo…
– E non mi faccia perdere la pazienza. Perché un mio amico sta giusto facendo un’inchiesta su clero e appropriazione indebita. E credo che non gli dispiacerebbe ampliare un po’ il raggio dell’inchiesta.
Lo lasciai lì a covare la sua rabbia impotente.