I conti tornano ma non per il Governo

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I conti tornano ma non per il Governo

20 Marzo 2007

Il miracolo è avvenuto appena cinque giorni fa, quando il ministro dell’Economia Tommaso Padoa Schioppa ha estratto dal cilindro magico di Palazzo Chigi la fotografia di un’Italia in salute. Peccato che fino a una decina di mesi fa si gridasse allo scandalo, puntando il dito sul quinquennio precedente e sul tandem Berlusconi-Tremonti, reo di averci portati sull’orlo del baratro. Fino a una decina di giorni fa, appunto. Perché secondo la nuova relazione unificata  sull’economia e la finanza pubblica, nel 2007 la crescita si attesterà sul 2% (contro l’1,3% previsto), di conseguenza il rapporto deficit-pil scenderà  al 2,3% e il Paese potrà contare, nell’anno in corso, su un surplus di entrate tra gli 8 e i 10 miliardi che secondo il ministro Padoa Schioppa dovrebbero servire “per la riduzione del deficit e altri utilizzi”. Peccato che di questi, buona parte siano già stati utilizzati sul fronte dell’avanzo primario. Il Governo avrebbe comunque a disposizione una cifra tra i 2,5 e i 4 miliardi. Soldi che dovrebbero anzitutto servire, senza se e senza ma, per consolidare il rapporto deficit/pil.

Il nodo sul rapporto debito/Pil
Ma se la ripresa è stata agganciata, l’economia cresce con un innalzamento delle entrate che ha portato alla diminuzione del deficit, come mai il debito risulta in aumento? Mentre sul 2006 potevano gravare fatti straordinari come la recente sentenza Ue sull’Iva per le auto aziendali, che quindi poteva legittimare un aumento del debito, nel 2007, non sembra coerente che i due valori (deficit/Pil, debito/Pil) vadano ognuno per conto proprio. Uno migliora e l’altro no. Un fatto curioso, come dice anche l’ex viceministro Giuseppe Vegas (Fi): “I dati sull’andamento dell’economia e sul rapporto deficit/Pil contenuti nella relazione non sono coordinati con quelli relativi all’aumento del debito complessivo. Il rapporto tra il debito e il Prodotto interno lordo nel 2007 arriva infatti al 107% (106,8 nel 2006, ndr), mentre quello deficit/Pil va meglio nel senso che sempre nel 2007 diminuisce al 2,3%, come migliora anche il dato sull’avanzo primario. Se va tutto bene, quel rapporto debito/Pil dovrebbe calare non aumentare”. E parla di fatto aritmetico il capogruppo di An in commissione bilancio al senato Mario Baldassarri, che spiega: “Il debito dipende dal fabbisogno di cassa. Il deficit reale, nel 2006, stava al 2,3% ma il Governo Prodi ha truccato i dati facendo emergere un debito pregresso che ha alzato il rapporto debito/Pil. Questo però non si può ripetere nel 2006, quindi il valore deve scendere per forza”.

E’ guerra per l’extragettito
Rispetto a un anno fa, ha spiegato il ministro Padoa Schioppa, “non si tratta più di evitare un pericolo incombente, ma di governare un successo” ma a distanza di 24 ore è arrivata la prima tirata d’orecchi, con il presidente del Senato Marini che dopo l’apertura del capo del dicastero sulla possibilità di ridurre le imposte alle imprese, ha ricordato come il surplus debba andare alle famiglie. Già, perché sul fronte “extragettito”, è guerra aperta, con i capigruppo di maggioranza di Camera e Senato che oggi hanno ricordato al Governo come “alle imprese si sia già dato con la Finanziaria, ora è il momento di sostenere le famiglie e le persone”.  Ma per Mario Baldassarri (che ha già chiesto formalmente al capo dello Stato di intervenire «sul falso in bilancio» del governo Prodi) “si parla di come restituire le maggiori entrate che si sono ufficialmente registrate nel 2006, ma questa maggiori entrate, strutturali e permanenti, non sono state contabilizzate, nei conti pubblici di quest’anno, per 23 miliardi di euro. Bisogna quindi sanare la situazione poi decidere”.

Il regalo di Berlusconi
Certo è che il miracolo c’è stato, perché a questo Governo è stata regalata un’Italia in salute, che ad agosto poteva contare già su maggiori entrate tributarie – di cui l’attuale maggioranza rivendicava la paternità – frutto delle misure contenute nella Finanziaria 2006 e all’effetto delle cartelle esattoriali emesse da gennaio in poi. Manovre, quelle del 2005 e del 2006 che secondo l’ex viceministro dell’Economia Vegas,  allargando la base imponibile e diluendo le aliquote nominali, insieme a una vera politica di diminuzione della spesa corrente, avevano portato importanti effetti di miglioramento, con  il fabbisogno sceso a 38 miliardi”. Tutto dimenticato, o meglio, superato dal Governo Prodi.