I giovani medici scendono in piazza contro i disastri di Mussi
15 Novembre 2007
Stamattina, in piazzale Kennedy a Roma, si è tenuta una manifestazione della Federspecializzandi: l’ultimo grido d’allarme per un disastro tutto all’italiana del ministro Mussi.
Il problema, sollevato sia dal sindacato degli specializzandi che dal Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari, oltre che da numerose rappresentanze studentesche, sta nel fatto che un’intera generazione di laureati in medicina (del luglio ed ottobre scorsi) rischia di dover attendere tra i 19 ed i 20 mesi per poter accedere alla specialità.
Un medico -lo sanno anche i bambini – normalmente inizia a lavorare a 31 anni ed ha un iter accademico tra i più difficili: come se ciò non bastasse, sempre grazie a quanto Mussi ha dichiarato di voler fare, l’ultima generazione di neo-laureati rischierebbe di trovarsi a fare un concorso a numero chiuso di 5000 posti, insieme a laureati in corso del 2008 e laureati “fuori corso”, annata 2007. Insomma, mentre il prossimo concorso di specialità si terrebbe (con tutte le spese del caso, bando ministeriale compreso) con 5000 posti per soli 1800 interessati – leggi, problemi di carenza – quello successivo avrebbe il triplo di candidati – problemi di abbondanza.
E questo è possibile solo grazie all’incompetenza ministeriale. In particolare, larga parte della cosa dipende da un criterio che ribalta totalmente i principi della meritocrazia. Vediamo perché.
Il primo errore Mussi l’ha compiuto il luglio scorso, forse ignaro delle ricadute della direttiva europea del 1991 (recepita in Italia solo nel 1999 con la legge 368): ora è necessario che chi vuole sostenere il concorso di specialità, considerato non più “borsa di studio” ma “contratto di formazione specialistica”, sia un vero e proprio medico, ovvero abbia sostenuto l’esame di stato chiamato abilitazione.
Ne è conseguito un ricorso al TAR “preventivo” degli studenti, a fine giugno, con tanto di sospensiva affinché gli studenti si potessero iscrivere e potessero sostenere il concorso di specialità. Il Ministero ha poi fatto ricorso, a concorso fatto, ed il Consiglio di Stato l’ha accolto, annullando il risultato dei poveri studenti, da un giorno all’altro non più “specializzandi” e costretti ad attendere – novelli madami Butterfly – 12 mesi per il concorso successivo.
Fin qui sarebbe una gran bella ingiustizia. Mussi però è andato oltre, tra un’intervista e l’altra: ha proposto un nuovo concorso per novembre (senza che ci fossero concretamente fondi per renderlo reale) per dare così una seconda occasione agli esclusi. A novembre però null’altro è successo, se non l’emanazione della prima parte del bando (generica e che non fissa una data) ed un inquietante proposito di Mussi di firmare il Decreto Ministeriale che istituisce i bandi di concorso di specializzazione per l’anno accademico 2007-2008 con date per i concorsi fissate nel gennaio 2008. Così l’esame di abilitazione del 15 febbraio taglierebbe fuori questa volta tutti i laureati del 2007, ripristinando l’ingiustizia che la Federspecializzandi ed il CNSU denunciano!
A nulla sono valse due interpellanze parlamentari in ottobre, a nulla valgono gli appelli di quelli che sono i migliori studenti di Medicina (laureati in corso) di fronte a quello che sembra solo essere uno spazientito incompetente che ha preso la sua decisione.
La speranza di 5000 studenti in tutt’Italia, in questi giorni, è che il ministero contrariamente a quanto lasciato trapelare, si perda in un ritardo che sposti il concorso di specialità almeno di uno o due mesi avanti nel tempo. Ma l’assurdità della situazione rivela ancora una volta come un governo capace di scontentare tutti si sia ormai dedicato alla più totale autoreferenzialità, alla demagogia di rimediare ad un errore compiendone uno ancora più grave ed allo specifico proposito di realizzare il proverbio biblico “i primi saranno gli ultimi”, forse in un ultimo delirio di onnipotenza prima della caduta.