I mercati tornano alla “normalità”. In vista delle elezioni in Usa, Francia e Germania
19 Marzo 2012
I listini europei terminano la settimana con il segno più. Il Dax ha chiuso con un rialzo dello 0,19%, con un +0,41% per il Cac e un +0,42% per Londra ed infine un +0,71% per l’Ibex. Piazza Affari si è portata su livelli che non vedeva dallo scorso ottobre anche se valori ancora lontani dal massimo storico toccato nel maggio 2007 a 44.364 punti, ma in rialzo del 27,8% rispetto ai minimi del marzo 2009. Anche Wall Street riesce a chiudere in positivo nonostante dati macro in chiaroscuro.
Osservando le variazioni settimanali degli indici azionari, con Wall Street ai massimi dagli ultimi quattro anni, sembra che i mercati finanziari siano quasi tornati normali. Nella settimana appena trascorsa sono state premiate le azioni e i titoli di Stato (per esempio quelli italiani, che hanno ridotto lo spread a 281 punti base) e l’oro – bene rifugio per eccellenza – è scivolato di altri 30 dollari a 1.658, sotto il record di 1.781 di fine febbraio. Gli indici sembrano adattarsi perfettamente al clima politico e alla situazione economica. Dopo la cautela in attesa della ratifica del prestito alla Grecia, i dati macroeconomici arrivati dalle due sponde dell’oceano hanno dato spinta ai mercati. Ma l’apparente normalità è uno dei punti più discussi dagli analisti; la risposta univoca è che sia proprio la liquidità immessa sui mercati a fare da traino ai mercati stessi.
La stessa Goldman Sachs è convinta che “entro giugno ci sarà una terza iniezione monetaria sui mercati della Fed – il cosiddetto QE3 –“perché il miglioramento dell’economia non è sufficiente e l’occupazione ha bisogno di una spinta”, ricordando che le elezioni presidenziali in America, Francia e Germania sono in vista. A gettare benzina sul fuoco sui mercati è stato Ben Bernanke con “crescita moderata” più incisiva della precedente “crescita modesta”, a conferma che i mercati rimangono dipendenti dalle dosi di liquidità delle Banche Centrali.
In questo contesto difficilmente l’azionario si troverà ostacoli sul cammino, l’oro potrebbe indebolirsi ancora un po’ e i Titoli di Stato a lunga scadenza potranno vedere rendimenti in discesa. Discorso a parte per il greggio legato a doppio filo con la situazione politica in evoluzione in Medio Oriente, ma i titoli legati all’energia potrebbero anche loro avere momenti di gloria.