I problemi odierni della UE non sono diversi da quelli della neonata America
24 Giugno 2011
di Marko Papic
I problemi sociali, economici e di difesa erano troppo grandi per poter essere affrontati da un singolo stato e da un Congresso privo di poteri. Niente illustra meglio una tale realtà quanto la rivolta che nel 1787 divampò nel Massachusetts occidentale.
La “Ribellione di Shays” (Shay’s Rebellion, così chiamata da Daniel Shays, l’uomo che capeggiò la rivolta) fu, in principio, una crisi economica. Oppresse dai creditori europei che reclamavano il pagamento dei debiti di guerra, le economie statali collassarono e, con esse, anche le condizioni di vita di tantissimi contadini, molti dei quali erano veterani della Guerra rivoluzionaria che aspettavano i benefici loro promessi per i servigi resi alla patria.
Furono invece colpiti dalle misure d’austerità decise dal governo per far fronte alla situazione, che talvolta si concretizzavano nella confisca delle terre. La Ribellione di Shays prese vita senza che il Congresso continentale avesse nulla a che farci, soprattutto per iniziativa di una milizia locale del Massachusetts che agì senza alcuna supervisione federale. La ribellione venne soffocata, ma l’impotenza dell’America era lì, evidente a chiunque, in patria come all’estero.
Una crisi economica, i confini insicuri e la costate paura di un contrattacco inglese – La Gran Bretagna non aveva ancora dismesso i forti che sorgevano sulla riva statunitense del Grandi Laghi – persuasero anche gli stati affezionati all’idea della propria indipendenza che una “più perfetta unione” era necessaria. Fu così che si formarono gli Stati Uniti d’America che conosciamo. Gli stati rinunciarono alla facoltà di condurre una propria politica estera, di stabilire le proprie politiche commerciali, di negare fondi al governo federale.
Gli Stati Uniti diedero vita a una struttura esecutiva con il potere di fare la guerra, esercitare la politica estera e fare quelle leggi che non si potevano più rimandare. Nel 1794, la risposta governativa alla cosiddetta Ribellione del Whisky, nella Pennsylvania occidentale, mostrò la potenza che derivava da una struttura federale, al contrario di quanto accadde quando un debole Congresso dovette far fronte alla Ribellione di Shays.
Washington schierò un esercito di più di diecimila uomini per sedare la protesta di qualche centinaio di distillatori che si rifiutavano di pagare una nuova imposta sul whisky, introdotta per finanziare il debito federale. Fu un chiaro segnale del soverchiante potere che il nuovo governo disponeva in campo politico, economico, militare. (Fine quarta puntata. Continua…)
Tratto dal portale di geopolitica Stratfor
Traduzione di Enrico De Simone