I servizi bulgari non sono più quelli di una volta. Adesso s’ispirano alla CIA

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I servizi bulgari non sono più quelli di una volta. Adesso s’ispirano alla CIA

25 Maggio 2010

C’erano una volta le temute "guardie bulgare", con l’ onnipotente Darzhavna Sigurnost a fare da micidiale manovalanza al KGB sovietico. Tre episodi per descrivere un contesto. Giovanni Fasanella e Corrado Incerti scrissero un libro, Sofia 1973: Berlinguer deve morire, sul misterioso "incidente" che poteva costare la vita al segretario del Pci. Chi non ricorda i misteri di Serghei Antonov, l’ uomo che il 13 maggio del 1981 seguì da vicino la mano di Alì Agca mentre sparava a Giovanni Paolo II? Fu quello uno dei casi più eclatanti in cui i servizi segreti di Bulgaria guadagnarono i riflettori internazionali.

In quell’occasione, il governo comunista di Sofia negò ogni coinvolgimento nella trama architettata per assassinare il Papa (che durante una visita nel Paese dell’ Est dichiarò di non aver mai creduto a quella pista), sostenendo che si fosse in presenza d’un attacco ordito da Washington. Alla fine dello stesso anno, tra l’ altro, le spie più fedeli a Mosca tornarono alla ribalta in Italia, a margine del sequestro del generale americano James Lee Dozier a Verona. Antonio Savasta, esponente storico delle Brigate Rosse, parlò di rapporti tra l’ organizzazione terroristica e i bulgari, che secondo lui puntavano direttamente alla destabilizzazione della Penisola.

Nel frattempo, caduto il Muro di Berlino, mutata la geopolitica mondiale, la Bulgaria ha preso da anni a respirar aria d’ Occidente, fino ad entrare, nel 2004, all’interno della Nato e nel 2007 dentro l’Unione Europea. Non stupisce quindi che la nuova strategia di sicurezza nazionale elaborata da Sofia preveda il progetto della costituzione d’una agenzia di 007 modellata sull’americana Cia. Il ministro della Difesa nei giorni scorsi ha proposto la fusione dei vari servizi segreti per arrivare appunto alla nascita d’una nuova struttura centralizzata, capace di risolvere la rissosità tra i diversi uffici. Fino ad oggi, infatti, lo spionaggio militare faceva capo alla Difesa, mentre il National Intelligence Service era guidato dal Presidente della Repubblica.

Si vorrebbe, in pratica, ricalcare l’ esempio dell’ organizzazione Dans, creata nel 2008 dopo la fusione di tre istituti adibiti al controspionaggio e alla sicurezza interna, sotto il controllo dell’ esecutivo. Il capo dello Stato Parvanov (già dossierato, nel periodo della Guerra Fredda, dagli agenti del regime) non pare essere troppo d’ accordo con l’ idea, che sembra tesa principalmente ad indebolire il suo potere, ma la senzazione è che entro un paio d’anni le mire del premier Borisov riusciranno a trovare sbocco, dando vita all’epifania di questa singolare riproposizione, pur riveduta e corretta, della Central Intelligence Agency in salsa bulgara. I vecchi boss della Darzhavna Sigurnost, dai cimiteri, malediranno i loro eredi fedifraghi.