Il dialogo è finito, ora finalmente  si governa

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Il dialogo è finito, ora finalmente si governa

26 Giugno 2008

Sembra proprio che la pantomima della cosidetta stagione del dialogo sia finita. D’altra parte, oltre che dannoso in sé nel governo dell’Italia, assetata di decisioni non condivise, dialogare nelle attuali condizioni è impossibile. Per dialogare infatti bisogna essere almeno in due. All’opposizione però non c’è nessuno, o meglio c’è, da un lato, il PD, un ectoplasma di partito (vi ricordate quando ce la menavano con il partito di plastica!) ormai alla resa dei conti, senza linea e senza leader, dall’altro un Torquemada d’accatto, figlio delle manette di mani pulite, alla testa delle truppe ormai stanìe ed annoiate dei girotondi (cominciano infatti a pensare che i salotti e Capalbio, sono meglio delle piazza, soprattutto con il caldo estivo). Ah, dimenticavo, all’opposizione c’è pure il partito di Casini: nulla da segnalare.

Il dialogo era solo la flebo per tenere in vita Veltroni, sponsorizzato da qualche consigliere ascoltato di Palazzo Chigi, che per inciso, alle ultime elezioni non risulta abbia preso alcun voto. 

E così sia! Finalmente ci potrà mettere a risolvere i problemi urgenti del Paese con la giusta determinazione, con la forza che le criticità richiedono, con il senso di responsabilità dovuto ai milioni di elettori che hanno scelto, solo due mesi fa, un leader e un programma. E se servono approvazioni a colpi di maggioranza, che dittatura della maggioranza sia.

Si deve sentire lo Stato, lo Stato c’è, non la belva affamata al servizio delle clientele, ma l’autorità che fa prevalere gli interessi generali. Per troppo tempo questo Paese è stato governato da minoranze artefatte al servizio di corporazioni e poteri più o meno forti, da intelettuali e presunti tali lontani dal paese reale e da opinionisti affaristi e voltagabbana. 

A me, come credo alla maggioranza degli elettori, non interessa un fico secco se il Cav. potrà essere definito (e poi da chi?, chi ha il copyright?) uno statista o meno. A me interessa semplicemente che risolva i problemi del Paese in cui vivo, applicando le ricette del programma che è stato votato dalla maggioranza degli elettori.

E questo lo si faccia senza concertare con le corporazioni e senza fare compromessi con i cosiddetti detentori di rendite. Non si ceda a ricatti di nessuno, i colpi di mano eversivi dei quali si sento il tetro odore, potrebbero essere dietro l’angolo. Non si abbia paura, si reagisca che le misure opportune, le cose non sono più come nel novembre 1994, quando al Presidente del Cosiglio venne recapitato di fronte a tutto il mondo un avviso di garanzia (per un reato dal quale è stato puntualmente assolto)  con tanto di comunicazione ai giornali e assenso preventitvo dal colle più alto. Questa volta, noi non lo sopporteremo, perché abbiamo il diritto di essere governati da chi abbiamo democraticamente scelto.

E a chi abbiamo scelto diciamo, attenzione è l’ultima occasione, c’è la maggioranza, c’è il consenso, c’è la speranza. O ora o mai più!