Il G8 non si fa più in Sardegna ma a L’Aquila. E lo scandalo dov’è?

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Il G8 non si fa più in Sardegna ma a L’Aquila. E lo scandalo dov’è?

23 Aprile 2009

Alle 10,30 circa Berlusconi dà l’annuncio della giornata: il G8 si farà a L’Aquila e non più nell’arcipelago sardo de La Maddalena. E in men che non si dica scoppia il caso. Agenzie di stampa e siti d’informazione cominciano a far rimbalzare notizie catastrofiche in merito all’economia sarda, destinata a crollare a causa del trasferimento del vertice, fino all’annuncio-shock (poi smentito dallo stesso sindaco dell’Arcipelago), secondo cui alcuni cantieri, non appena appreso dell’imminente “trasloco” si sarebbero fermati.

L’impressione però è che si stia buttando troppa carne al fuoco e si stiano creando inutili allarmismi in nome di uno scandalo che di scandaloso ha davvero poco. Anzitutto, l’economia sarda non ne risentirà e non ne avrebbe comunque risentito per un semplicissimo motivo: la tre giorni di summit avrebbe portato vantaggi economici quasi esclusivamente alla zona interessata mentre il resto dell’Isola ne avrebbe perlopiù accusato il colpo. Inoltre, se è vero (come è vero) che il G8 doveva avere come obiettivo quello di lanciare La Maddalena come sito turistico internazionale, è realistico credere che questo avverrà comunque grazie a quello che è stato definito il “G8 ambiente” fortemente voluto dal presidente Usa Barack Obama, una sorta di costola del G8 che secondo prime indiscrezioni dovrebbe avvenire in estate o in autunno. I capi di stato e di governo con rispettive delegazioni e stampa internazionale al seguito arriveranno e apprezzeranno le meraviglie naturalistiche del posto comunque. Di conseguenza La Maddalena sarà catapultata sulla scena internazionale. E poco importa se anziché tre giorni, i “big” saranno nell’Isola solo ventiquattro ore: il nome dell’Arcipelago sardo rimbomberà a livello internazionale anche se Obama (Usa), Medvedev (Russia), Brown (Inghilterra), Harper (Canada), Sarkozy (Francia), Merkel (Germania) e Aso (Giappone) dovessero calpestare il suolo sardo per un minuto soltanto.

Inoltre, se come detto da una parte il G8 avrebbe garantito visibilità alla zona dal punto di vista turistico, dall’altra avrebbe procurato un danno allo stesso settore turistico perché un evento di quelle proporzioni avrebbe paralizzato tutta l’Isola in un periodo, luglio, di alta stagione (si pensi solo al rallentamento del flusso dovuto alle misure di sicurezza negli aeroporti, porti e strade ad alto scorrimento). Prendiamo il caso di Genova: il summit ha fatto parlare della città a causa degli scontri tra le forze dell’ordine e i manifestanti che hanno scritto una delle pagine più dolorose della recente storia di Genova e dell’Italia ma in quegli stessi giorni – 19,20,21, e 22 luglio del 2001 – il turismo tutto attorno a Genova è stato letteralmente bloccato.

Qualcuno (il presidente di Confindustria Nord Sardegna Stefano Lubrano e il sindaco de La Maddalena Angelo Comiti giusto per citarne due) ha gridato a tutta l’Italia che da stamani alle 10,30 si presenta il problema delle opere già appaltate e ora in fase di realizzazione e delle strutture ricettive che hanno bloccato le prenotazioni estive per ospitare le delegazioni. Sul primo punto ha già risposto l’autore dello scandalo, Berlusconi, quando ha assicurato (telefonicamente al neogovernatore sardo Cappellacci, che incontrerà domani a Roma) che  le opere in cantiere saranno tutte concluse. In merito alla seconda perplessità invece c’è da chiedersi: ma davvero si vuol far credere che a luglio in un paradiso terrestre come La Maddalena non arriverà nessuno (o nessuno vorrà ri-prenotare la propria vacanza)? E che alberghi, bed&breakfast, agriturismi, centri wellness e via dicendo avranno difficoltà quando si troveranno a redigere il bilancio estivo a causa delle basse presenze?

Infine, simbolicamente (lo ha ammesso lo stesso Epifani) il summit in Abruzzo ha lo stesso obiettivo dello spostamento della manifestazione del primo maggio all’Aquila (“c’è lo stesso bisogno di stare vicino alle persone che soffrono", ha detto il leader della Cgil). Certo, le proporzioni dei due eventi sono diverse ma il principio è lo stesso.

Cosa ne guadagnerà l’Isola? Vedrà realizzate le opere già cantierizzate (a meno che la promessa di Berlusconi non sarà mantenuta), sarà proiettata sulla scena internazionale, vedrà annullato il pericolo no global, non dovrà affrontare alcun contraccolpo turistico e tutti gli operatori commerciali che hanno sottoscritto contratti di fornitura saranno indennizzati come previsto dalle regole contrattuali. E allora, dov’è lo scandalo?