Il gip è d’accordo con i pm: Tedesco va arrestato
23 Marzo 2011
Il gip del Tribunale di Bari, Giuseppe De Benedictis, ha confermato il provvedimento d’arresto nei confronti del senatore Alberto Tedesco. Il rigetto della richiesta di revoca della misura cautelare, presentata dai legali dell’ex assessore alla Sanità della prima giunta Vendola, è stato deciso dal gip del Tribunale pugliese dopo un parere sulla stessa linea emesso dagli altri pm della Procura di Bari, a seguito del lungo interrogatorio a cui Tedesco si è sottoposto venerdì scorso e che tuttavia non è servito né sciogliere i nodi dell’affaire sanità né a convincere i magistrati a mutare la loro originaria decisione.
Alberto Tedesco potrebbe reiterare il reato (o qualcuno potrebbe farlo per lui) ed è per questo che è stata confermata la richiesta d’arresto, senza l’attenuante dei domiciliari: il provvedimento, varato ieri dal Tribunale di Bari, ha confermato l’impianto accusatorio disegnato dai pm Desirée Degironimo, Francesco Bretone e Marcello Quercia ed ha gelato l’avvocato Rosita Petrelli, legale dell’ex assessore, che promette “ogni ulteriore necessaria attività difensiva”.
Ora la palla passa alla Giunta per le autorizzazioni a procedere del Senato, che entro il 5 aprile dovrebbe prendere una decisione sul caso Tedesco, da sottoporre poi al voto dell’Aula. I lavori della Giunta, quindi, vanno avanti dopo che ieri la discussione sull’autorizzazione all’arresto dell’ex assessore è stata interrotta dalla notizia del provvedimento emesso dal Tribunale di Bari. Il relatore in Giunta Alberto Balboni (PdL) è intenzionato, infatti, a visionare attentamente la decisione del gip e la documentazione annessa prima che venga formulata una proposta da sottoporre al voto di Palazzo Madama.
Inoltre, Balboni si è detto intenzionato a “chiedere anche copia della richiesta di archiviazione del presidente Nichi Vendola, per spiegare alcuni argomenti sostenuti dal senatore durante l’audizione in giunta delle scorse settimane che dimostrerebbero il fumus persecutionis”. Restano, infatti, i dubbi in merito all’archiviazione delle accuse rivolte al governatore della Puglia per il presunto malaffare intorno alle nomine di alcuni dirigenti Asl, dubbi sollevati dallo stesso Tedesco nel corso della sua audizione da parte della Giunta per le immunità del Senato.
Come è possibile che Vendola non fosse a conoscenza dell’operato di Tedesco? E’ ragionevole, in effetti, pensare che tra i due ci fosse un legame fondato su una stretta e continua collaborazione come è quella tra il governatore di una Regione e un suo assessore. La vicenda, insomma, è ancora piena di punti interrogativi e a Tedesco non rimane che attendere il verdetto di Palazzo Madama. Nel Partito democratico c’è comprensibilmente apprensione, anche se Tedesco si è autosospeso dal gruppo subito dopo l’invio della richiesta d’arresto, il 23 febbraio scorso.
Di certo, sarebbe bastato che i pm avessero accolto la richiesta di revoca della misura cautelare per togliere il Pd dall’imbarazzo di una decisione che si prefigura tutt’altro che semplice.