“Il Governo è ancora nelle condizioni di portare a casa i 5 punti programmatici”
29 Ottobre 2010
Difficile, tra fibrillazioni interne alla maggioranza e bordate giudiziarie che puntano a indebolire Berlusconi, far procedere lungo la traiettoria segnata l’agenda economica del Governo. Eppure, mentre il tema-giustizia con la sua“reiterabilità” e “retroattività” sembra paralizzare il dialogo, molto, di economico, si muove. Ammortizzatori sociali, Mezzogiorno, semplificazione sono solo tre dei temi sui quali il Governo non ha mai smesso di puntare i riflettori e dai quali intende ripartire.
Le imprese chiedono attenzione su temi reali e l’Esecutivo risponde portando a casa provvedimenti importanti (vedi il Collegato lavoro, gli incentivi, la deroga delgli ammortizzatori sociali a cui si sta lavorando), inaugurando la “fase due” e aprendo a proposte condivise, senza mai perdere la strada del risanamento dei conti e del rigore. Consapevole del fatto che l’Europa nel momento stesso in cui chiede ai Paesi membri una disciplina di bilancio ancora più forte, non concede sconti.
E se Berlusconi viene attaccato dall’Opposizione (esterna e interna), proprio in questa fase il Governo “deve rispondere con i ‘fatti’, andando avanti sui cinque punti già definiti, fondamentali perché interventi di risanamento e di sviluppo. E francamente mi sembra che Berlusconi già da oggi lo stia facendo. Stamattina era ad Acerra e questo qualcosa vorrà pur significare…”. Al sottosegretario all’Economia Luigi Casero parlare di problemi interni alla maggioranza non piace – “aldilà dei dibattiti giorno per giorno non ci sono rotture, la gente ha votato questo Governo e questa maggioranza esiste ancora, quindi è assurdo che si vada a votare o pensare a un esecutivo tecnico” –. Preferisce parlare di quello che s’è fatto e che si intende fare: “Il Governo dal punto di vista dell’economia sta tenendo una linea condivisa in Europa in questo momento di grande difficoltà dei conti europei. Lì stiamo giocando una buona partita e sarebbe un assurdo interrompere la Legislatura in questo momento”.
Mario Draghi, da Washington, aveva detto che l’obiettivo deve essere coniugare la crescita con l’austerità di bilancio, come fa la Germania che cresce non solo grazie all’export ma anche grazie alla ripresa dei consumi. E’ una via percorribile per l’Italia? Secondo il sottosegretario all’Economia, “la stabilità di bilancio e il risanamento sono gli obiettivi principali dell’Italia, imposti in qualsiasi consesso internazionale – spiega – e in questa cornice è necessario investire sui punti di forza del nostro paese e cercando di superare i punti di debolezza. La politica di risanamento, insomma, deve proseguire così come la politica di mantenimento di un quadro sociale equilibrato già avviata con quegli investimenti sugli ammortizzatori sociali che hanno salvaguardato il tessuto sociale in un momento di difficoltà. Solo così si possono superare i punti di debolezza, indipendentemente dalla disponibilità di risorse”.
Quali sono i punti di debolezza e quelli di forza dell’Italia? Per Casero fanno parte del primo capitolo una pressione fiscale troppo elevata “che anche intervenendo sulla lotta all’evasione bisogna superare”, “un impianto burocratico troppo pesante” e “un apparato pubblico troppo presente”. Non solo. L’Italia è un paese che deve potere investire sul futuro, "è necessario puntare sulla ricerca, sull’università, sulla scuola, ma bisogna farlo puntando allo sviluppo di questi settori e a un taglio della spesa: purtroppo spesso le politiche di questo paese, quando si parla di scuola sono a favore della difesa di posti di lavoro degli insegnanti e non allo sviluppo della scuola, nell’Università spesso sono a difesa dei professori e non per dare una onestà migliore agli studenti. Questi freni esistono in tutti i settori, non solo nell’istruzione”. I punti di forza sono tanti ma vanno alimentati con fatti concreti perché “questo paese ha una struttura finanziaria forte ed è molto più solido degli altri e ha un sistema produttivo basato su Pmi che dimostra la grande forza imprenditoriale degli italiani. Ha, soprattutto, una struttura sociale basata sulla famiglia e quest’ultimo aspetto è un grandissimo punto di forza sul quale dobbiamo credere e investire”.
Fini auspica che le rendite finanziarie siano tassate al 25%? Proprio su queste colonne ci siamo soffermati su quanto sia pericoloso anche solo pensare di scherzare sulla tassazione dei titoli di Stato che sono posseduti in gran parte proprio dalle famiglie (oltre che, come ha sottolineato il ministro del welfare Sacconi, da investitori istituzionali ormai strutturalmente diffidenti verso il debito sovrano). Corre su questa linea anche l’analisi del sottosegretario all’Economia, secondo cui la proposta del Presidente della Camera è sbagliata per due ordini di motivi. Il primo: “In un momento nel quale l’Europa sta sempre più accentrando le decisioni di politica economica e fiscale a livello europeo (cosa giusta perché si deve cercare di unificare i Paesi) non ha senso procedere autonomamente su un terreno così delicato, il rischio della proposta di Fini è che si verifichi una fuga di capitali verso altri paesi”. Secondo: “Il nostro paese è molto strutturato sul patrimonio e quindi queste azioni devono tenere conto di valori patrimoniali e di pensiero delle famiglie. Insomma, la proposta di Fini è troppo lontana dal modo di pensare della maggioranza degli italiani”.
Ma i sette miliardi (promessi con l’approvazione in Cdm della legge di stabilità) che serviranno ad avviare la ‘fase due’ già a metà novembre (così da dare il via libera delle Camere entro l’anno) ci sono? Casero: “Chi dice che siano 7 miliardi? Siamo ancora in fase di definizione delle coperture”. Ma le risorse si troveranno? “Sì, ma deve essere un lavoro che punta alla qualità e non alla quantità. La riqualificazione delle spese dello Stato, quindi la ridefinizione complessiva della spesa pubblica sono passaggi improcrastinabili”.