Il Grillo magico. Giù nell’inconscio 5 Stelle
05 Aprile 2013
Partiamo da una premessa: questa analisi è del tutto ipotetica e non si tratta di logoro esercizio strumentale di facile complottismo. E’ una riflessione tutt’altro che improvvisata, nata dal tentativo di porre in relazione tra loro diversi fattori, svariate teorie e discipline, venuta fuori, insomma, quasi spontaneamente, ma non superficiale.
Immaginiamo un Paese, che potrebbe essere l’Italia, in cui un malcontento generalizzato è fortemente diffuso e viene acuito da una crisi economica terribile, come a memoria d’uomo (e soprattutto di generazione) è difficile ricordarne, che arriva al termine di una parabola ideologica discendente e di crisi di valori assoluti. Aggiungiamoci una sfiducia fortemente radicata in una classe dirigente per molti versi inappropriata, vuoi per scandali e guai giudiziari vari, vuoi per un sistema che è diventato conservatore fin quasi all’immobilismo.
Nel Paese in questione, comunque, ci sono anche altri elementi particolari: c’è una presenza millenaria di un forte soggetto religioso e c’è, in parallelo alla caduta delle ideologie politiche, anche il tracollo del coinvolgimento spirituale che lo ha sempre accompagnato. In più c’è un livello medio-alto della qualità della vita, e medio-basso dell’istruzione. C’è poi l’assenza di un partito che si dichiari formalmente ed apertamente vicino alla religione tradizionale (se il paese ipotetico fosse l’Italia, ci riferiremmo al cattolicesimo ed a quanto sempre avvenuto, con esiti elettorali vincenti, dal 1948).
Immaginiamo una Setta (o qualcosa che gli somiglia molto per natura, organizzazione, centro spirituale e codici iniziatici) che voglia rispondere a questo vuoto spirituale ed avvantaggiarsene (vedremo poi perché). Questa Setta dovrebbe giocare su alcuni archetipi ancestrali e muoversi in un determinato modo. Quale?
Zygmunt Bauman era un sociologo che ha teorizzato con argomenti convincenti un principio molto semplice: il bisogno di comunità è un archetipo invincibile per l’uomo, che l’individualismo può comprimere ma mai soffocare. L’individualismo è cresciuto esponenzialmente con il capitalismo ed il consumismo, ha schiacciato il bisogno spirituale (temporaneamente e solo apparentemente) ed ha interpretato, al pari del marxismo e teorie derivate, tutto il mondo in chiave esclusivamente tecnica ed economica.
In questo contesto, come creare una comunità “parallela”? Semplice: con il web, i blog, i social network, i meeting online. Lì, in uno spazio virtuale fortemente inclusivo ancorché non tangibile, l’illusione inconscia dell’appartenenza ad una comunità organizzata, iniziatica, insomma l’auto-percezione di una concreta condivisione di Regole, di purezza, di seguito ad un Magister spirituale (i Re-Guida di ispirazione damanhuriana costituiscono un riferimento efficace) è molto veloce. La psicologia sta studiando con crescente interesse i frequenti amori via chat tra sconosciuti, e la facilità di proiezione in gruppi virtuali di proprie appartenenze fortemente emotiva e gravida di inediti sviluppi mentali.
In questo contesto si viene a creare, senza difficoltà alcuna, uno sbocco pseudoiniziatico, che fa l’occhiolino all’impianto gnostico-cataro, che definisce una “trimurti” neopagana, in cui ci sono i Puri, livello apicale di guida spirituale detentrice del Libro celeste (anche via tablet e I-pad), gli iniziati e appartenenti alla Comunità, cui si contrappongono recalcitranti masse, sporche e da mondare dei loro peccati, e dai loro sacerdoti politici ammuffiti.
Aggiungiamo elementi concreti alla teoria. Due studiosi (Jones e Girard) ed altri antropologi hanno scritto interessantissime ricerche sulla “psicologia delle folle in tempi di epidemie”. In senso lato, e dal punto di vista psicologico, una profonda crisi economica come quella che stiamo vivendo non è così lontana da una vera e propria “pestilenza finanziaria”. In una simile ambientazione nasce e si sviluppa dall’ancestrale dagherrotipo del “capro espiatorio” la figura dell’Untore.
Ecco allora che si identifica in una “classe sociale” (nella fattispecie i politici, la classe dirigente) da pulire grazie alla Comunità Pura Parallela, che in nessun modo deve venirne contaminata. Continua l’incrocio tra Bauman, il primo Catarismo e le teorie New Age di Damanhur. Ora abbiamo tutti i fondamenti inconsci del carisma weberiano destoricizzato, ora l’epidemia è la crisi economica, ora il sacrificio cruento indispensabile al ristabilimento dell’ordine, per i Puri, è la distruzione degli untori (“Arrendetevi!” “Siete circondati!” “Via tutti!” – parole che potrebbero essere state pronunciate da Cola di Rienzo, Savonarola, Dolcino, Masaniello).
Efficace anche il simbolismo della scatoletta di tonno, da divorare dopo l’apertura parlamentare degli Apostoli Anonimi della Purezza, sacrificio paraeucaristico collettivo che sigilla la sconfitta del Male e la rigenerazione. Una sintesi sublime tra Casa del Grande Fratello (con ragazzi anonimi che si autopresentano solo la fatidica sera del Grande Inizio, ed il Cenacolo iniziatico, a base di tonno, cibo semplice e ricco di ipoglicemizzanti).
Potremmo, tornando al concreto, ritrovarci verso il termine dell’esperienza della Repubblica di Weimar in Germania – con le stesse dinamiche di massa della Comunità dei Puri, degli Untori-capri espiatori, della prospettiva del Nuovo Mondo Rigenerato, della Nazione Perfetta, ma conosceremmo già il finale: spostiamoci invece nel nostro Paese ipotetico, che potrebbe essere l’Italia, pur tenendo ben presenti Guenon, Schurè, Bauman, Weber e alcuni gnostici del II e III secolo, da Porfirio, a Basilide, a Valentino.
Come minimo, osservando la Setta in questione, che a questo punto potremmo chiamare Movimento 5 Stelle, identificheremmo delle figure: il front-man, leader spirituale e guru, Magister della Comunità, che potremmo chiamare Beppe Grillo da un lato; una mente raffinata e molto profonda, con grande consapevolezza esoterica e spirituale dall’altro.
Perfetta, in questa chiave, sarebbe una figura di secondo piano, che in realtà fungesse da “medium” e da tramite con la vera eminenza grigia (una lobby gnostica di un altro continente?) padroneggiando al tempo stesso con maestria strumenti manipolatori di massa, con webmarketing e strategie di comunicazione molto sviluppate e la funzione di fungere da specchietto delle allodole, per chiunque voglia identificare uno spindoctor senza arrivare alla verità. Questa potremmo chiamarla Gianroberto Casaleggio.
Ad essere determinante ed invisibile agli occhi dei più, a questo punto, rimarrebbe un bisogno inconscio di una scintilla di Luce neognostica trascendente e decontaminante, astrazione simbolica del Grande Spirito, per riempire un vuoto percepito. L’idea di rinascere in un nuovo mondo. Come in un gioco di prestigio, gli occhi degli impuri si soffermerebbero sulle parole specifiche e sulle proposte, sui propri schemi mentali, soffermandosi sulle regole di un gioco che la Setta non starebbe giocando se non come momento transeunte. Gli impuri si stupirebbero del consenso che la Setta potrebbe radunare, identificando nei suoi strumenti di crescita e diffusione, le sue finalità ultime, interpretandola secondo la propria individualistica concezione della società.
Ma ora si tratterebbe di un messaggio religioso, non politico, che utilizzerebbe disagio, precarietà, rabbia ed incertezza (oltre alle proposte concrete raccattate per aumentare i consensi) come strumenti di avvicinamento e di coinvolgimento alla Comunità dei Puri Parallela. Il tutto sotto la guida di una divinità messianica tangibile, un blog da cui il Magister che conoscerebbe il destino del mondo indirizzerebbe i suoi iniziati.
Il senso del sacro riemerge in forme mostruose, talvolta. E in un Paese ipotetico, in cui la religione antignostica fosse ormai completamente staccata dalla politica ma avesse lasciato un profondo vacuum nella società, lo spazio sarebbe enorme. Il bisogno di Rinascita e di un nuovo Mondo diventerebbe esigenza inespressa ma dominante, ed i Puri inizierebbero allora ad utilizzare le stesse tecniche della lotta all’eresia medievale: intercettare gli eretici, riprendere e registrare, mantenere la segretezza, non parlare con gli “altri”, gli impuri (la mordacchia di Giordano Bruno, insomma). I propri delitti verrebbero confessati al torturatore, secondo la formula “detesto, abiuro et disconosco”, con la promessa di riabbracciare la Santa Fede Pura.
Si ricreerebbe una decifrazione degli sviluppi teorici piramidali di Maslow con elementi di naturalismo, simbolismo occulto, ecologismo, mentalità New Age (infarcito di concetti come “Madre Natura”, Gaia, ecc.) in un popolo ricco, avanzato, bisognoso appunto di New Age e orfano di un sistema sacro, superato e dileggiato da Facebook, distratto da problemi interni e neppure così lontano dalle caratteristiche degli Untori.
“Noi vi daremo la felicità anche da poveri, purché si allontanino dal perimetro della Comunità gli sporchi spargitori di contaminazione epidemica. La vostra felicità sgorgherà lieta, anche in un mondo guidato da lobby occulte con contratti a 500 euro al mese; finalisticamente verrà annientata la middle class e si potrà avverare la Nuova Salvezza: la Decrescita Felix, ciò che il cattolicesimo non sa più darvi nella società politica. Gli umili, gli oppressi, coloro che attualmente sono più sfortunati, avranno allora il loro riscatto.”
In questo contesto davvero non sarebbe assurdo vedere un disegno più grande, una sorta di “test” mondiale per una ipotetica “Spectre” internazionale, fortemente preparata anche dal punto di vista esoterico e manipolatorio. Si profilerebbe, nel Paese ipotetico in questione che potrebbe essere l’Italia, una “prova generale”, cui per altro l’antica “religione” apparentemente sorpassata potrebbe rispondere con chiarezza, con la presentazione di una figura carismatica e abile con gli stessi strumenti adottati dalla Setta.
La stessa propensione alla popolarità, ma con un messaggio di “Verità” del tutto diverso, comprensivo di aperture nei confronti anche di religioni storicamente “rivali” ma, in questo contesto, altrettanto contrapposte (se parlassimo di Cattolicesimo, potremmo riferirci ad un’apertura al mondo islamico, non facilmente comprensibile se non in questa prospettiva) sarebbe forse l’unica reazione possibile.
Certo, se tutto ciò fosse vero, la gran parte delle gerarchie della Setta sarebbero probabilmente in buona fede, ma inconsciamente e sottilmente plagiate in un sincero convincimento, in una partecipazione assolutizzante prevalentemente subliminale. Non ci sarebbe malafede, e la gran parte dei “nuovi fedeli”, della Comunità dei Puri, non sarebbe consapevole del disegno che la muoverebbe.
Per fortuna, si tratta solo di un Paese ipotetico, in cui un nuovo soggetto prorompente non verrebbe capito, né contrastato sul suo stesso campo finché non sarebbe troppo tardi. Ma sarebbe solo il primo passaggio di un cambiamento globale cui, forse, saremo chiamati ad assistere davvero.