Il Libano aspetta la sentenza Hariri. Hezbollah è pronto al colpo di stato

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Il Libano aspetta la sentenza Hariri. Hezbollah è pronto al colpo di stato

05 Novembre 2010

Hezbollah, il “partito di Allah” ha in serbo un vero e proprio colpo di stato per ottenere il controllo definitivo dell’intero Libano e rendere impotenti gli oppositori politici, compreso il primo ministro in carica Saad al-Hariri. Almeno è questo il quadro prospettato lo scorso primo novembre dal quotidiano libanese Al-Akhbar, considerato molto vicino al movimento fondamentalista, e confermato il giorno dopo da Al-Sharq Al-Awsat, giornale saudita pubblicato a Londra. Il casus belli sarebbe la sentenza contro il movimento emessa del Tribunale Internazionale dell’Aia per l’assassinio di Rafiq al-Hariri, ex premier e padre di Saad.

In effetti, Hezbollah è stato sospettato fin da subito di aver organizzato l’attentato dinamitardo del febbraio 2005 che causò la morte non solo di al-Hariri ma di altre 21 persone del suo seguito, nonostante abbia fatto circolare ipotesi di responsabilità dei servizi segreti israeliani.

I due quotidiani informano che il partito islamista ha condotto nei giorni scorsi una doppia simulazione di conquista, elettronica e sul territorio. La fitna (ovvero la guerra civile) dovrebbe passare dal virtuale al reale non appena la condanna dell’Onu fosse resa pubblica. In poche ore le forze regolari di polizia e dell’esercito libanese verrebbero messe fuori combattimento, anche senza far uso di armi da fuoco e spargimento di sangue; l’intero paese (comprese le zone popolate da cristiani e sunniti), le città principali ed i confini finirebbero sotto il totale controllo di Hezbollah, gli oppositori politici, messi nell’impossibilità di fuggire all’estero, messi in stato di arresto.

Il partito di Hassan Nasrallah potrebbe contare sull’aiuto di fidati alleati interni ed esterni. Pare infatti certa la collaborazione di Amal, il “movimento dei diseredati” che raccoglie altri sciiti libanesi, e della Siria (come minimo delle milizie del Partito Nazionale Socialista). Il piano di conquista prevede la spartizione del paese e della capitale Beirut in tre zone di influenza ed una radicale svolta nella politica estera del Libano. Saad al-Hariri, che ha ereditato dal padre non solo l’impero economico ma anche l’incarico politico, ha portato avanti in questi anni una seppur timida alleanza con l’Occidente, ben conscio delle ambizioni espansionistiche siriane e sciite. Ma se il suo “Movimento 14 marzo”, che nel nome ricorda la data dell’attentato contro il suo predecessore, fosse messo fuori combattimento, gli scenari del Medio Oriente ne uscirebbero decisamente sconvolti. 

Nel caso al-Hariri opponesse resistenza servendosi dell’esercito regolare, Hezbollah ha previsto comunque la vittoria, anche se in tempi più lunghi: Beirut cadrebbe in tre giorni o al massimo in una settimana. Il corrispondente di Al-Akhbar afferma di essere in possesso di copie della corrispondenza segreta fra il tribunale internazionale ed il ministro della Giustizia svedese, riprodotto in fotografia nell’articolo, che conferma  l’imminente sentenza di condanna che darebbe il via al colpo di stato. Se Amal ha negato pubblicamente ogni coinvolgimento, Hezbollah si è guardata bene dallo smentire o confermare. 

Sono dunque credibili i due quotidiani? La simulazione è avvenuta? L’ennesima guerra civile libanese è alle porte? Forse sì, a giudicare dalla reazione israeliana: voci ufficiose parlano di una contro-simulazione che ha previsto un’avanzata di Hezbollah in grado di spingersi fino a Tel Aviv. Se anche si trattasse di informazioni false e il partito di Allah non avesse in serbo tali sorprese, è significativo il fatto che faccia trapelare queste notizie tramite giornali amici. Come minimo si tratta di un avvertimento lanciato a tutto il Medio Oriente e all’Occidente: una condanna sfavorevole nel processo al-Hariri innescherà la miccia di un nuovo conflitto.

È ormai evidente il fallimento della missione Unifil che aveva il compito di disarmare Hezbollah dopo il cessate il fuoco con Israele del 2006 (la stessa missione a guida italiana che venne considerata una vittoria personale dell’allora Ministro della Difesa D’Alema…), dato che l’esercito sciita non ha fatto altro che riarmarsi negli ultimi anni. Pochi giorni fa i caschi blu e forze regolari libanesi hanno scovato nel sud del paese un arsenale clandestino di Hezbollah contenente 250 chili di dinamite e 50 chili di esplosivo al plastico. Aggiungiamo la base siriana che addestra miliziani e nasconde missili Scud scoperta da poco grazie a Google Earth, il ritorno in grande stile di Al-Qaida che massacra cristiani in Iraq e spedisce ordigni esplosivi per via aerea, l’Iran nuclearizzato sempre più aggressivo, la tenacia dei talebani sulle montagne dell’Afghanistan: diremmo che Obama e l’Unione Europea farebbero meglio a rialzare la guardia nello scontro di civiltà.