Il liberismo è di tutti ma in Italia nessuno se lo piglia
30 Settembre 2007
Se la sinistra discute di liberismo, è un bene per il paese? Le reazioni suscitate dalla pubblicazione del librello di Alberto Alesina e Francesco Giavazzi, “Il liberismo è di sinistra”, lascerebbero intendere che almeno alcuni settori della destra si sentano scippati di quello che percepiscono come un loro cavallo di battaglia. In realtà, l’evoluzione del dibattito interno al centrosinistra (italiano ma non solo) è la conseguenza di una serie di eventi che hanno avuto portata storica, dal crollo del muro alla rivoluzione mercatista di Ronald Reagan e Margaret Thatcher. Il fatto che il futuro leader del Partito democratico, Walter Veltroni, abbia preso una serie di posizioni urticanti per la sinistra tradizionale – tanto che Oliviero Diliberto ha lamentato una “volta a destra” – è semmai segno di un ritorno in fase della politica con la società.
Ha colto il punto, sull’Occidentale, a.p., scrivendo : “Una fase politica di consenso largo, che riallinei le alleanze alle strategie di riforma e metta in corrispondenza i fronti politici con i campi ideologici, assume oggi un duplice significato: può fungere da premessa a un nuovo sistema di rapporti fra i soggetti politici e quindi, in sequenza, a un riordino istituzionale; può agire come presupposto per una stagione di riforme volta a incidere su inefficienze legate a interessi radicati e ad aggiornare l