Il mondo è brutto e cattivo. La soluzione di Alfano? Non guardarlo

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Il mondo è brutto e cattivo. La soluzione di Alfano? Non guardarlo

21 Aprile 2017

Il mondo è brutto e cattivo. La soluzione di Alfano? Non guardarlo. “Non ci possiamo alleare alla destra che ci porta fuori dall’Europa e dall’euro, e a sinistra con chi guarda ancora al passato” dice Angelino Alfano al Corriere della Sera del 9 aprile. Fantastici neocentristi non guardano al futuro, non guardano al passato. Dove guardano? Non guardano.

Così il grillismo conquista l’Italia. “Guai se si consente alla politica anche soltanto di minacciare l’esistenza di un programma televisivo” dice Carlo Verdelli alla Repubblica del 20 aprile. Non esiste più il servizio pubblico, un ruolo di vigilanza del Parlamento, il diritto del governo e delle istituzioni democratiche d’indirizzare un’azienda di proprietà dello Stato. Quella che è la complessità di un sistema liberaldemocratico è ridotta a un termine: “la politica”. Che naturalmente è sporca, corrotta e oppressiva. Le parole di un peraltro brillante giornalista (poi diventato dirigente della Rai) spiegano al meglio l’affermarsi dell’egemonia , per così dire,  culturale del grillismo in Italia.

I diabolici piani dei terroristi in Francia. “I terroristi vogliono far vincere Marine Le Pen” così dice Marek Halter alla Repubblica del 21 aprile. Il quotidiano di Mario Calabresi ha recuperato uno scrittore polacco-francese che spiega con tutta la brutalità riportata prima, il teorema per cui il recente attentato sugli Champs-Elysées non sarebbe che un atto di propaganda a favore del Front National. Forse un intellettuale abituato a ragionare sulla complessità del reale, potrebbe fare uno sforzo in più nell’esaminare i fatti. Se è così evidente l’idea di favorire la Le Pen da parte dei terroristi islamici, non se ne dovrebbe dedurre, dunque, che costoro vogliono mettere in difficoltà il Front piuttosto che aiutarlo? Inseguendo le logiche dell’“a chi giova”  spesso si finisce fuoristrada. Nelle scelte politiche è meglio concentrarsi sugli argomenti più solidi che sulle teorie, giudicando i candidati anche valutando l’estremismo islamista ma dal punto delle opzioni in campo piuttosto che sui retroscena: quale politica di immigrazione si vuole perseguire? Quale politica di integrazione? Quali scelte per il Nord Africa e il Medio Oriente? Che giudizio si dà sull’efficacia dell’Unione europea e dei limiti che questa pone alla sovranità francese, nel perseguire le politiche necessarie in questi campi? Solo fondando le proprie scelte su una posizione articolata e autonoma, si potrà poi resistere a tutte le inevitabili manipolazioni.

Il cruccio di Angela: dove trovare un maggiordomo così efficiente come Hollande? “Ms Merkel is worried that while François Hollande, the socialist president, has regularly been able to bring together centre-left  for joint political initiatives , the centre-right is fair less  coherent and could be further weakened by Brexit”  Stefan Wagstyl  e Alex Barker scrivono sul Financial Times del 10 aprile che la Merkel è preoccupata perché con Hollande era sempre possibile condurre iniziative comuni, mentre certi settori dei vari centrodestra continentali sono poco coerenti e lo saranno ancora meno dopo la Brexit. Con “coerenza” immaginiamo che la Kanzlerin intenda la servile disponibilità di quella sinistra ormai svuotata che tante gioie le ha dato anche in Germania.