Il mondo è in crisi ma l’Italia è appesa  a Orlando

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Il mondo è in crisi ma l’Italia è appesa a Orlando

15 Ottobre 2008

Il mondo, dall’Islanda agli Stati Uniti, ha rischiato il tracollo finanziario e nessuno sa ancora se si può veramente parlare al passato. Il  week-end scorso è stato teatro di riunioni e summit che avranno una rilevanza storica di poco inferiore al Congresso di Vienna: siamo stati insomma a due passi dal baratro e bisognerà rimboccarsi le maniche per i prossimi ventiquattro mesi, per ritrovare un terreno fertile di crescita e fiducia.

In questo scenario che poteva essere apocalittico, ma che senz’altro è epocale, le cronache politiche italiane sembrano vivere in uno stato vegetativo permanente, completamente slegate dalla realtà.

Vediamo infatti di che cosa si sta discutendo in questo momento nel nostro Paese.

La priorità delle priorità è senz’altro il Presidente della Vigilanza RAI: siamo alla psicosi di massa, se ne parla nei supermercati con la busta della spesa sempre più vuota o mentre alla banca si aspetta in fila per pagare la rata del mutuo sempre più alta, anche le omelie domenicali sono ormai incentrate su chi sarà il prossimo Presidente.

Al di là del paradosso, la lontananza della politica e delle istituzioni (purtroppo) dal paese reale diventa incolmabile, quando anche le più alte cariche dello Stato spendono buona parte del loro prezioso (sic!) tempo a convincere un vegliardo furbacchione a desistere dallo sciopero della sete, attuato proprio per avere il Presidente della commisione di Vigilanza e un membro della Corte Costituzionale (quest’ultimo pressochè cacciato proprio dal governo di cui il vegliardo faceva parte). L’ultima volta aveva digiunato a favore di Saddam Ussein e Tarek Aziz: con le dovute differenze, il senso del ridicolo intrinseco rimane però lo stesso.

Proprio ieri da grande statista, il capo del maggior partito di opposizione, preoccupato per la pericolosa mancanza di pesi e contrappesi istituzionali e terrorizzato dalla deriva autoritaria che sta pervadendo la fragile democrazia italiana, ha proposto una soluzione che avrà certamente un peso storico sui destini del nostro Paese: la Vigilanza a me, la Consulta a te. Geniale! finalmente i riformisti avanzano alla guida del Paese…

Riformisti con le idee un po’ confuse. Indicono una manifestazione a sentir loro oceanica, ma non ne sanno il motivo: di protesta ma anche di proposta, Obama ma anche Berlinguer, Profumo ma anche Keynes. Riformisti contro la riforma della scuola, riformisti contro la riforma del mercato del lavoro, riformisti contro la riforma della pubblica amministrazione. 

Si è già perso troppo tempo con questo genere di riformisti a geometria variabile; Pannella prenda pure il suo capuccino e stia riguardato, ma ci lasci in pace e nessuno cada nel tranello dell’unità nazionale.

PS: Venerdi scorso ho comprato azioni ENI ed Enel. Impagabile Cav.!