Il Mossad cambia strategia dopo l’attentato terroristico di Burgas
19 Luglio 2012
Sono passati ventiquattro anni da quando un’autobomba esplose davanti all’ambasciata d’Israele a Nicosia uccidendo tre persone. Da quel drammatico episodio, il Mossad ha aumentato presenza e vigilanza in quei dintorni, e i frutti si sono visti anche negli ultimi giorni con l’arresto di un membro di Hezbollah con passaporto svedese, giunto a Cipro per pianificare una serie di attacchi contro obiettivi legati allo Stato Ebraico.
L’agenzia spionistica diretta da Tamir Pardo avrebbe collaborato attivamente con la polizia indigena che, grazie all’intervento esterno, è riuscita a bloccare il pericoloso terrorista- secondo Netanyahu alle dirette dipendenze di Teheran – nell’albergo di Limassol dove soggiornava, non proprio per passione turistica. Nei progetti dell’esponente di Hezbollah un altro colpo diretto al cuore della rappresentanza diplomatica israeliana sull’Isola e, forse, agguati nei confronti di un velivolo commerciale dell’El Al Airlines.
Si discuteva di quest’evento, ai piani alti del Mossad, prima del tragico attentato suicida di Burgas, in una Bulgaria dove pur l’allerta, per i turisti provenienti da Israele, era tutt’altro che lieve. Nelle ultime ore, dopo il "j’accuse" di Netanyahu nei confronti dell’Iran, punto di collegamento con quanto avvenuto a Cipro, viene posto in esame anche il recente assassinio – narrato da l’Occidentale – di Kamal Hussein Ranaya, esponente di Hamas assai avvezzo all’uso di esplosivo, a Damasco. Possibile che l’ultima strage nell’Europa dell’Est sia collegata a quest’elminazione mirata attribuita al Kidon? Una tesi da non sottovalutare, pur nell’estrema complessità d’una matassa che si arricchirà presto di nuovi e importanti sviluppi.
Il 14 luglio scorso, mentre il presidente Hollande festeggiava la presa della Bastiglia e i fuochi artificiali illuminavano la torre Eiffel, nella sede della DGSE, i servizi segreti francesi che si occupano degli affari esteri, ci si concentrava sul terzo anniversario della cattura dell’agente Dennis Allex (pseudonimo usato per coprire la vera identità del malcapitato), ancora ostaggio nella Somalia infestata da banditi e terroristi. Le ultime notizie sullo 007, sequestrato a Mogadiscio dai cosiddetti shebabs, mentre era intento ad addestrare gli uomini della locale Guardia Repubblicana, risalgono al Dicembre del 2010, quando apparve smagrito e provato dalla cattività in un video.
Secondo il ministro della Difesa, Jean-Yves Le Drian, Allex è vivo e sono in corso trattative serrate per ottenerne la libertà; nel giugno scorso il suo collega somalo era stato bruscamente stoppato dopo aver fatto cenno a un possibile blitz armato. La via del denaro, negli uffici che contano Oltralpe, è sovente preferita a quella violenta, nonostante il personale sia addestrato per ogni evenienza.