Il Mossad voleva un ostaggio di Hamas in cambio di Shalit (ma è finita male)
28 Giugno 2010
Arriva da ambienti dell’Intelligence americana una nuova, suggestiva, ipotesi a proposito del misterioso assassinio, nel gennaio scorso a Dubai, di Mahmoud Al- Mabhouh, alto ufficiale di Hamas. L’omicidio eccellente, come noto, ha prodotto una valanga di polemiche e domande senza risposta circa i reali motivi e i metodi della sua esecuzione, arrivando a provocare crisi diplomatiche tra Israele (col Mossad ritenuto responsabile dell’agguato da addetti ai lavori sparsi per il mondo e cancellerie assortite ) e diversi Paesi, non solo d’area musulmana, tipo Gran Bretagna, Australia ed Irlanda.
Ora, stando alla versione attribuita ai servizi segreti degli Stati Uniti , e singolarmente riportata da siti prossimi allo spionaggio dello Stato ebraico, si apprende che in realtà il vero obbiettivo del presunto commando israeliano non sarebbe stata l’ eliminazione di Al- Mabhouh ma il suo rapimento, allo scopo, con ogni probabilità, d’inserirlo in un "pacchetto di scambio" per ottenere la liberazione del soldato Gilead Shalit, ostaggio di Hamas da ormai più di quattro anni.
Il piano per prelevare l’esponente del gruppo palestinese dal famoso hotel dell’Emirato, sempre a prendere per buono il racconto degli 007 a stelle e strisce, sarebbe andato secondo le previsioni sin quasi al termine, fallendo a causa di un eccessivo dosaggio dei farmaci somministratigli per renderlo inoffensivo. Le condizioni di salute di Al- Mabhouh, meno buone di quanto gli apprendisti infermieri pensassero, l’ avrebbero portato dritto alla dipartita, non facendogli reggere l’urto delle " medicine".
Vedendo il corpo esanime, gli agenti di Gerusalemme sarebbero stati costretti a cambiare il progetto iniziale in corsa, non potendo trasferire l’ uomo di Hamas vivo su una barca ormeggiata a poca distanza dall’albergo dove soggiornava come previsto, e avrebbero ricevuto l’ ordine di sgombrare la scena in tutta fretta, lasciando il corpo dell’ assassinato nella sua stanza.
Per un tragico scherzo del destino, un sequestro destinato a fare storia, avrebbe così visto l’indesiderata trasformazione in omicidio mirato. Una teoria affascinante, quella degli osservatori di Washington e dintorni. Vedremo nelle prossime settimane se arriveranno riscontri pratici. E se le difficili trattative per liberare Shalit troveranno la svolta tanto attesa. Gli ultimi segnali, purtroppo, non sembrano affatto incoraggianti.