Il paradosso della Repubblica presidenziale italiana

Banner Occidentale
Banner Occidentale
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Il paradosso della Repubblica presidenziale italiana

03 Agosto 2011

Ilvo Diamanti è uno dei pochi editorialisti di Repubblica che fanno seriamente il loro mestiere di analisti politici. Si possono non condividere le sue tesi, ma certo la sua penna non è intinta nel fiele come quelle dei vari Rodotà, Saraceno, Urbinati etc. Nell’articolo ‘La deriva del partito personale’, ha scritto che in un “sistema privo di leader e di partiti”, “l’unico leader che goda di fiducia” è Napolitano.“Per propri meriti ‘personali’ ma anche perché non ha partito”.

Da ciò il paradosso di una Repubblica “presidenziale di fatto”. La sensazione è questa ma non ha nulla di esaltante: la Repubblica presidenziale, infatti, nasce da una versione esigente della democrazia che affida l’elezione del Capo dello Stato, garante supremo della legalità costituzionale, al popolo chiamato a scegliere tra competitori ciascuno dei quali esprime una ‘cultura’ storica e presenta un programma. Napolitano non è stato eletto da nessuno: la sua autorità poggia solo sulle macerie dei partiti.