Il Pd dei Parioli e di Cernobbio

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Il Pd dei Parioli e di Cernobbio

04 Settembre 2016

Negli anni ’70 una vignetta di Forattini mostrava il segretario del Pci, l’austero Enrico Berlinguer, che prendeva il tè (un rito considerato allora tipicamente “borghese”) osservando dalla finestra un corteo di operai. La satira del grande disegnatore fece scandalo, suscitando accese proteste e repliche piccate. Ma allora si trattava di un altro partito, di un altro mondo, di altri leader.  Che il Pd, erede del vecchio partito comunista, abbia ormai cambiato pelle e soprattutto base elettorale, oggi è semplicemente un dato di fatto.

Gli operai sono sempre di meno, e comunque non votano massicciamente Pd, bensì Lega o Cinque stelle; del resto il quartiere romano dove il partito che fu di Gramsci miete i maggiori consensi è quello dei Parioli, e non certo le borgate o le periferie care a papa Francesco. Non è un caso che l’arroccamento ideologico della sinistra sia tutto sui temi etici e sui diritti individuali, un tempo considerati appannaggio del partito radicale e della borghesia, magari illuminata ma sempre borghesia. La lotta di classe è finita in soffitta, o meglio, esiste ancora, in forme diverse e con protagonisti diversi: ma stabilire da che parte stia il Pd sarebbe arduo, se non imbarazzante. 

Alla festa dell’Unità a Catania, il rapido sondaggio effettuato sull’uditorio durante il dibattito tra Gentiloni e D’Alema ha prodotto un risultato a sorpresa, con la maggioranza dei militanti che si è espresso contro la riforma istituzionale difesa dal segretario del partito e leader del governo. A un’altra festa dell’Unità la Boschi, ministro simbolo della riforma, viene contestata e fischiata, anche se i giornali pudicamente liquidano l’episodio in poche righe invisibili.

C’è un luogo, invece, dove la stragrande maggioranza dei presenti dichiara che voterà a favore della riforma renziana, ed è Cernobbio. Al tradizionale incontro di Confindustria, nei luoghi splendidi e ovattati dove si riunisce il potere economico italiano, il 75% dei partecipanti è per il sì. Insomma, il partito che fu dei lavoratori ha rivoluzionato la propria composizione sociale, e se una volta Berlinguer in realtà non prendeva affatto il tè in salotto guardando sfilare i cortei di protesta, ma andava davanti ai cancelli di Mirafiori, oggi bisogna ammettere che la ministra Boschi si trova molto più a suo agio a Cernobbio che alle feste dell’Unità.