Il Pdl presenta il piano Marshall per la riqualificazione edilizia
12 Giugno 2009
Un piano Marshall per la riqualificazione dell’Italia. Il progetto di legge firmato da un centinaio di deputati del Pdl ha l’obiettivo di sviluppare e rilanciare l’idea del premier sul Piano Casa per incidere in modo decisivo sulla riqualificazione del patrimonio edilizio puntando sulla tutela ambientale con attenzione al risanamento antisismico e mettendo il freno a “regali volumetrici senza miglioramento energetico”.
La proposta di legge – che potrebbe diventare un maxi-emendamento al decreto casa sul tavolo del governo – il cui primo firmatario è Mauro Pili, riguarda oltre alle case mono e bifamiliari, anche interi quartieri da trasformare in costruzioni a “consumo zero”. La premialità volumetrica sarà del 20-30 e 35 per cento ma soltanto se a questa si accompagnerà una ristrutturazione energetica con la relativa classe (A, B, C). Secondo i deputati del Pdl firmatari del progetto (tra cui anche l’ex ministro delle Infrastrutture Pietro Lunardi e il vicepresidente della Commissione Lavoro della Camera Giuliano Cazzola) il 95% delle abitazioni italiane sono in classe G e spendono in media 2.300 euro all’anno per 150 metri quadri, passando in classe A spenderebbero 200 euro. Inoltre, grazie a questo progetto, le emissioni di CO2, grazie a questoqueste passerebbero da 35 Kg/metro quadrato all’anno a 5,8 kg.
Sul fronte economico, se si verificasse l’opzione zero (quella peggiore, ovvero nemmeno una richiesta aggiuntiva di concessioni rispetto allo scorso anno) si avrebbe un investimento relativo a tutte le possibili iniziative adottabili, di 128 miliardi di euro in 24 mesi e oltre 750 mila nuovi occupati per due anni.
In parole semplici: case a consumo zero o minimo, quartieri riqualificati e nuovi insediamenti residenziali moderni con impatto ambientale limitatissimo e risparmio energetico garantito. Oppure, per dirla con le parole dell’ex Governatore della Sardegna Pili, la proposta punta a “riqualificare l’Italia, con case e quartieri di qualità, che risparmino energia, non inquinino e garantiscano una moderna ed elevata vivibilità”.
Per quanto riguarda i rapporti con le regioni, osserva Pili, “lo Stato ha la responsabilità di legiferare”, essenzialmente, per motivi ambientali, comunitari e fiscali, poi “si troverà di volta in volta l’intesa”. La proposta riguarderà anche il turismo con la riconversione energetica delle strutture alberghiere e il relativo incremento di volume. Saranno interessati l’abbattimento degli ecomostri e le demolizioni e ricostruzioni, e il nuovo. Con l’ipotesi minima prospettata, la proposta riguarderebbe oltre 746.000 edifici, 15.500 quelli destinati alla demolizione e ricostruzione, 59.000 i nuovi edifici.
I punti cardine della proposta di legge sono:
1. Incremento volumetrico del 20% per le mono e bifamiliari con l’adeguamento in classe energetica C dell’Immobile.
2. Demolizione e ricostruzione con incremento volumetrico parametrato alla classificazione energetica.
3. Incremento volumetrico per programmi complessi parametrato dalla classe energetica del comparto oggetto del programma
4. Incremento volumetrico per diritti edificatori esistenti parametrato alla classe energetica del nuovo insediamento.
5. Incremento volumetrico per strutture ricettive, che prevede ampliamento con premialità volumetrica parametrata in base alla classe energetica del nuovo edificato.
6. Incremento volumetrico di diritti edificatori relativi alla realizzazione di strutture ricettive parametrati rispetto alla classe energetica.
7. Demolizione “ecomostri” e rassegnazione volumetria incrementata in nuova zona compatibile.
Ambiente e risparmio energetico al primo posto, quindi. Secondo una indagine condotta su scala europea e riportata all’attenzione nel corso della conferenza stampa di presentazione della proposta di legge a Montecitorio, l’Italia si colloca al primo posto per i consumi energetici dovuti al riscaldamento invernale degli edifici e per le conseguenti emissioni inquinanti di anidride carbonica mentre è paradossalmente al penultimo posto per l’utilizzo di materiali isolanti in edilizia. Da qui l’esigenza di un piano organico e la proposta di legge che definisce nel dettaglio gli strumenti che lo Stato mette a disposizione delle regioni per perseguire gli obiettivi strategici di cui la legge si fa carico.
Il comparto edilizio rappresenta uno dei settori dell’economia ad impatto più elevato in termini di consumi energetici ed emissioni di gas ad effetto serra e, allo stesso tempo, costituisce il vero volano dell’economia italiana. Il piano casa è necessario per far quadrare i conti in tempi di crisi, perché gli interventi con premio di cubatura sugli immobili residenziali faranno ripartire l’attività di molte piccole e medie imprese in affanno a causa della fase critica. Ecco allora che coniugare un’esigenza di carattere economico con la sfida ambientale (come la proposta di Pili intende fare) è una delle mosse più lungimiranti che questo Governo possa compiere.