Il Piano Marshall per la Grecia salverà anche l’eurozona

Banner Occidentale
Banner Occidentale
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Il Piano Marshall per la Grecia salverà anche l’eurozona

23 Luglio 2011

Si è svolto il 21 luglio a Bruxelles il vertice straordinario dell’Unione Europea a cui hanno preso parte i rappresentanti dei Paesi dell’eurozona. Argomento al centro del dibattito: la forte crisi che da giorni attanaglia la Grecia e che rischia di coinvolgere altri Paesi dell’Unione Europea.

La proposta oggetto del summit, che ha visto d’accordo anche la cancelliera Merkel ed il presidente francese Sarkozy, seppur solo dopo 7 ore di colloquio, è la predisposizione di un piano Marshall che possa salvare la Grecia dalla crisi finanziaria che l’ha travolta: un piano di aiuti aggiuntivi rispetto a quanto già previsto.

In particolare, la Grecia viene considerata un caso grave ma unico e questa unicità fa sorgere l’esigenza di un intervento straordinario e di una soluzione eccezionale. L’ammontare complessivo del sostegno economico, stando a quanto dichiarato dal presidente dell’Unione Europea, Herman van Rompuy, utilizzando il suo account sul social network Twitter, si aggirerebbe attorno ai 109 miliardi, ed una parte consistente di provenienza dei privati.

Sì, perché il “piano” prevede che uno dei canali di approvvigionamento per il paese ellenico venga dai privati, con "mix di opzioni" consistente in uno scambio di bond, roll-over, ovvero rinnovo automatico dei titoli greci in scadenza e buyback.

Una posizione di rilievo la assumerà anche il Fondo salva-Stati (Efsf), la cui sfera d’azione è al momento limitata alla concessione di garanzie per la raccolta dei fondi da prestare ai Paesi in difficoltà e all’acquisto di titoli pubblici sul mercato primario, ovvero al momento della loro emissione, e che avrà lo scopo di finanziare la ricapitalizzazione delle istituzioni finanziarie attraverso prestiti governativi, la cui flessibilità dovrà, tuttavia, essere aumentata.

E ancora, condizioni di prestito agevolate, per la Grecia ma anche per il Portogallo e Irlanda, con scadenze estese al "massimo possibile" da 7 anni e mezzo a un minimo 15 anni. Prestiti, questi, concessi a un tasso pari circa al 3,5% per sostenere la bilancia dei pagamenti "senza andare sotto il costo di finanziamento dell’Efsf". Tutto ciò concorrerebbe a produrre una forte riduzione dell’indebitamento della Grecia che attualmente ammonta a 350 miliardi di euro e consentirebbe al paese di attuare riforme importanti per rialzarsi dal crollo finanziario.

Intanto, non appena uscite le prime indiscrezioni, si sono infiammate le Borse ed i mercati, che hanno registrato rialzi di grande rilievo. E’ chiaro, dunque, l’impegno che arriva da Bruxelles: "Gli Stati membri e la Commissione mobiliteranno tutte le risorse necessarie per fornire un’assistenza tecnica eccezionale per aiutare la Grecia a realizzare le sue riforme".

Al summit è emerso, inoltre, un forte apprezzamento per  la manovra italiana, che, da quanto si apprende dalla bozza delle conclusioni, "a nella giusta direzione", in quanto porterà il deficit nel 2012 sotto il 3% e lo pareggerà nel 2014, segno evidente che le riforme attuate dal governo italiano hanno prodotto risultati efficienti.

In conclusione, con il sostegno che riceverà dalla Commissione, dagli Stati membri e dai privati la Grecia potrà risollevarsi, gli altri Paesi europei scongiureranno il rischio di crollare come pedine di un domino, l’euro non sarà più in pericolo a patto che tutti gli Stati membri, così come si legge nelle conclusioni del testo, "riaffermino solennemente la loro inflessibile determinazione a onorare pienamente gli impegni sovrani individuali e tutti i loro impegni ad assicurare riforme strutturali e condizioni di bilancio sostenibili".