Il premier deve resistere, resistere, resistere con lo scopo di logorare Fini

LOCCIDENTALE_800x1600
LOCCIDENTALE_800x1600
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Il premier deve resistere, resistere, resistere con lo scopo di logorare Fini

08 Settembre 2010

Il mio consiglio a Berlusconi è di non mollare, ma di “resistere, resistere, resistere”, con lo scopo di logorare l’avversario.

La tesi per cui occorrono elezioni anticipate per evitare di farsi logorare è sbagliata perché parte dal presupposto che la parte debole, suscettibile di logorio, sia la coalizione del PDL con la Lega Nord, guidata da Berlusconi e che la parte forte sia costituita dalla ala scissionista di FLI, mentre è vero l’opposto, perché questa coalizione è un blocco compatto, a differenza del gruppo potenzialmente scissionista, che non lo è.

Questa coalizione ha un programma basato su principi generali e i potenziali scissionisti non ne hanno. La attuazione del programma è una sfida permanente, da attuare con pazienza, portando a casa, man mano, risultati positivi.

La pazienza, la capacità di incassare e resistere e poi di agire, con tenacia, per i propri obbiettivi è un plus di Silvio Berlusconi, che contribuisce a farne un grande leader. E’ ciò che ora ci si attende da lui, dimostrare che va avanti, testardo, con il suo programma.

Se FLI, di fronte a una sfida programmatica concreta importante dice di no, e all’elettorato di centro destra quel no è generalmente sgradito, allora è il momento della rottura, con la richiesta di elezioni anticipate, perché è FLI che ha decretato l’ingovernabilità.

Il punto fondamentale, insomma, è quello di mettere FLI di fronte a vari aut aut, che non si prestano a strumentalizzazioni, come il “processo breve” , ma che riguardano questioni cruciali su cui se non si ha il consenso, si può andare alle elezioni chiedendo al paese più voti per il programma necessario al benessere nazionale. 

Ma in ogni caso, bisogna essere certi che

a) alla rottura seguano elezioni anticipate non un governo diverso: questo è il logorio peggiore che possa capitare a Berlusconi e sopratutto al PDL;

b) che la rottura avvenga su un fatto clamoroso, che comporta una crescita di consensi del PDL e della Lega e non su cose minori, perché allora c’è il rischio di non vincere.

Ed è in questi due “passi falsi” che sperano gli avversari di Berlusconi, compresi i suoi falsi amici e gli esperti falsamente imparziali.