Il primo omicidio eccellente a Dubai ha dei mandanti altrettanto eccellenti

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Il primo omicidio eccellente a Dubai ha dei mandanti altrettanto eccellenti

20 Aprile 2010

E’ stato il primo omicidio eccellente che ha sconvolto la quiete opulenta di Dubai, quello del comandante ceceno Sulim Yamadayev, stroncato nel 2008 dai colpi d’una pistola russa nel parcheggio sotterranneo d’un signorile palazzo dell’Emirato.

Nei giorni scorsi, per questa eliminazione mirata, sono stati condannati all’ergastolo due uomini accusati di favoreggiamento, Makhsood Jan Asmatov, di nazionalità tagika, e Mehdi Taqi Dahuria, iraniano.

I due agenti, abilmente guidati dall’estero, avrebbero monitorato la vittima, fornendo ai sicari informazioni precise e l’arma per il delitto.

La mente dell’operazione, secondo la polizia di Dubai, sarebbe Adam Delimkhanov, contro il quale l’Interpol ha emesso un mandato d’arresto l’anno scorso,  ex vice primo ministro ceceno, membro della Duma nelle file del partito filo Cremlino Russia Unita,  e stretto collaboratore del presidente Kadyrov, che si è affrettato a smentire ogni coinvolgimento in questa vicenda, come nell’assassinio del fratello del battagliero Sulim, caduto nel pieno centro di Mosca nello stesso anno.

Interessante storia, quella di Yamadayev. Nella prima guerra in Cecenia si schierò contro i russi, dietro la figura controversa e carismatica di Aslan Maskhadov,  e contribuì in modo determinante alla loro cocente sconfitta. Dopo un rapido cambio di fronte, probabilmente facilitato da ricchi pagamenti, grazie alle sue abili doti marziali divenne il comandante del battaglione Vostok, formato da ardimentosi ex ribelli capaci, sotto la regia del servizio segreto  Gru,  di contrastare metro per metro, su un territorio accidentato come pochi, le forze che persistevano a contrastare le ambizioni degli odiati vicini di confine.

La reputazione del Vostok fu contrassegnata dalla brutalità dei suoi componenti: saccheggi, torture, utilizzo di ogni mezzo per abbattere il fronte avverso.

Nel 2005, per Yamadayev arrivò persino la nomina ad  "Eroe della Russia", e con essa l’aumento dell’ambizione di diventare il punto di riferimento prinicipale per i nuovi potenti amici.

La lotta per il controllo delle forze di sicurezza locali con Kadyrov vide prevalere quest’ ultimo, in un susseguirsi di lotte claniche, tipicamente caucasiche.

Il pretesto per chiudere i conti arrivò tra le mani dell’attuale leader ceceno nell’aprile del 2008, quando gli uomini del Vostok, per l’occasione comandati dal più giovane dei fratelli Yamadayev ebbero a scontrarsi con la guardia personale di Kadyrov, che lamentò due caduti.

La reazione fu veemente: richiesta di scioglimento per il temuto Vostok e mandato d’arresto per il capo della famiglia Yamadayev.

In un primo momento, Mosca sembrò resistere alle pressioni di Kadyrov.

Quando, in omaggio alla ragion politica, i russi cambiarono linea, a Sulim non restò che provare la fuga nella Dubai che si rivelò fatale.

Mentre i morti provano a riposare in pace, Delimkhanov, protetto dalla costituzione russa che vieta l’estradizione per i delitti commessi all’estero, e il suo grande protettore continuano a guardarsi le spalle.