Il processo a Federico II non è politica

Caro Direttore,

per chiudere e chiarire la discussione e non certo per fomentarla:

1)    Sono stato invitato a una iniziativa culturale e non a un convegno specialistico su Federico II. La lettura della lista dei politici invitati in altre analoghe occasioni mi ha confortato nell’idea che non fossero necessarie specializzazioni o competenze particolari.

2)    Non mi è mai passato per la testa che nell’occasione si potesse discutere di riforma universitaria e finanziamenti, temi sui quali non mi sono comunque mai sottratto al confronto, al punto da aver accettato in giorni ben più caldi di partecipare a un forum con i capi dei contestatori nella redazione del Fatto Quotidiano.

3)    Quando ricevo un invito di solito tengo conto delle ragioni di cortesia, delle contingenze e della possibilità di offrire un contributo. L’eventuale risultato politico è una conseguenza non voluta che dipende da tanti fattori e circostanze. Mettersi in gioco senza essere ossessionati dal ritorno che se ne può ricavare è l’unico modo per mantenere serenità e disponibilità verso il prossimo pur svolgendo un mestiere difficile in un momento difficile.

Tutto ciò premesso, mi pare di capire dalla lettera del professor Cardini che ho la sola colpa di aver fatto una scelta differente dalla sua, ma per il resto io con le sue rimostranze non c’entro niente. Mi trovo insomma mio malgrado nella condizione di quello che, nelle barzellette, viene chiuso nell’armadio. Forse per questo sarebbe stato più congruo che alla sua scelta il professor Cardini avesse evitato di dare pubblicità. Ma qui entriamo nel territorio dello stile, e ognuno ha il suo.