Il record del debito pubblico e i paraocchi (oltre all’eurogaffe) di Padoan

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Il record del debito pubblico e i paraocchi (oltre all’eurogaffe) di Padoan

16 Marzo 2018

“Nel presentare la situazione dell’Eurozona, lo stesso commissario Moscovici ha citato l’Italia come elemento di incertezza. Tutti (all’Eurogruppo e all’Ecofin, ndr) mi hanno chiesto cosa succederà in Italia e gli ho detto ‘non lo so'”. La dichiarazione di Pier Carlo Padoan di qualche giorno fa ha fatto subito il giro dei notiziari. Dichiarazione che, nel giro di poco, si è trasformata in una vera e propria “eurogaffe”. E sì, perché è stato proprio Moscovici a smentire le parole del nostro ministro dell’Economia: “Osservo che i mercati sono sereni e noi siamo sereni perché abbiamo fiducia nella democrazia italiana e dell’impegno dell’Italia nella Ue”. 1 a 0 per il commissario europeo e frittata fatta.

Ma, gaffe a parte, tenendo presente che un simile scenario non era poi così impensabile alla luce della legge elettorale voluta dallo stesso partito di Padoan, sarebbe meglio che l’Europa si occupasse di altro. Ad esempio, dell’andamento del nostro debito pubblico. E non lo diciamo per partito preso, bensì alla luce dei numeri. Secondo i dati Bankitalia, il debito pubblico cresce ancora e nel mese di gennaio segna un nuovo record. Il dato si è attestato a 2.279,9 miliardi di euro, con un aumento di 23,8 miliardi rispetto al mese precedente.

Questo non è dunque un “elemento di incertezza”? Stando il continuo monitoraggio europeo sui nostri conti pubblici, pare proprio di si. Anzi, sembra essere proprio uno dei primi fattori di instabilità. Ma il buon Padoan tira dritto, tanto che anche in campagna elettorale ha continuato a sbandierare la “stabilizzazione del debito”.

Peccato che, come abbiamo detto altre volte, in questi anni la spesa pubblica non è affatto diminuita. Solo con il governo Renzi è aumentata di 135 miliardi, giusto per citare qualche dato, con buona pace della spending review, i cui risultati – numeri alla mano – non sono stati poi così rilevanti: il solito spostamento di fondi da un capitolo di spesa all’altro. Non solo. La crescita del debito non scongiura certo la possibilità che la Commissione ci chieda un’altra manovrina correttiva, oltre a non evitare la sempre più probabile attivazione delle clausole di salvaguardia che porterebbero ad un aumento dell’Iva. Se questi non sono “elementi di incertezza”…