Il saluto a Luigi Saquella, l’imprenditore che ha portato l’Abruzzo nel mondo

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Il saluto a Luigi Saquella, l’imprenditore che ha portato l’Abruzzo nel mondo

04 Aprile 2012

In occasioni come questa, c’è sempre il rischio di cadere nella retorica. Ma quanti, e sono davvero tanti, ritengono di aver avuto la fortuna di conoscere Luigi Saquella, non potranno che condividere i sentimenti di gratitudine e di stima che da ogni ambiente hanno accompagnato la sua scomparsa. Luigi Saquella era un imprenditore, ma quello che ci ha insegnato è che un imprenditore prima di essere tale è soprattutto un uomo. Ed è per questo che con Luigi Saquella se ne va uno dei simboli del capitalismo abruzzese. Di quel capitalismo al quale i più giovani devono guardare con ammirazione. Perché, senza troppi fronzoli, è fatto di lungimiranza, di concretezza, di coraggio ma nello stesso tempo anche di grande umanità e rispetto per gli altri.

Per questo, prima e oltre ad essere stato un grande imprenditore, Luigi Saquella è stato un uomo che ha fatto onore alla nostra regione. Ha saputo mostrare al mondo la parte migliore dell’Abruzzo, quella operosa, che crede in se stessa, che innova senza rinunciare alla tradizione, che va avanti con serietà. Il nome Saquella è noto ovunque, ed è fin troppo facile accostarlo a quello del marchio di caffè. Troppo facile e per certi versi riduttivo. Perché la storia dell’azienda travalica le definizioni. E non potrebbe essere altrimenti se solo si tenta di ricostruirne l’inizio: una meravigliosa avventura iniziata nel 1856 e destinata a proseguire ancora per molto, con il fratello Enrico e con i nipoti, figli di Enrico, Bianca, Ilaria e Arnaldo.

Ci affascina il racconto degli inizi, quando Clemente Saquella, da Chieti cominciò a importare caffè e spezie coloniali. Da allora di tempo ne è passato, ma la passione e la sincerità con cui la famiglia Saquella ha portato avanti l’azienda sono rimaste immutate. Da imprenditore illuminato Luigi Saquella ha compreso l’importanza di aprirsi ed impegnarsi nell’associazionismo, tanto che in molti sono pronti a sostenere che il suo è stato un contributo fondamentale per lo sviluppo del caffè espresso in Italia e nel mondo. E con il marchio del celebre caffè si è accresciuto e valorizzato anche il territorio. Davvero un esempio che ha fatto bene all’Abruzzo e che abbiamo il dovere di ripetere e di continuare.

La sua visione, il suo spirito innovativo devono alimentare in noi la speranza, anche e soprattutto in momenti difficili come quello che stiamo vivendo. Come lui dobbiamo credere nei valori che hanno fatto grande la sua azienda. Come lui dobbiamo essere visionari, attenti osservatori, innovatori. Dobbiamo credere nei giovani, nella formazione, nel talento, nel merito. Luigi Saquella non ha mai rinunciato ad impegnarsi per tutta la categoria, comprendendone l’importanza e le potenzialità. Sia che si trattasse dell’organizzazione confindustriale che di altre forme di associazionismo, ha sempre creduto nel gioco di squadra. E la sua è stata una squadra unita e vincente, perché costruita sul rispetto, sulla mediazione, sull’ascolto. Per questo ha saputo farsi amare dai suoi collaboratori. Amare ma anche rispettare.

E’ un peccato che se ne sia andato così presto. Avrebbe potuto insegnare ancora molto a tutti noi. Ma c’è un modo per salutarlo come certamente lui avrebbe voluto: seguire il suo esempio e diventare, ognuno di noi, piccoli pezzi di un Abruzzo migliore.