Il tramonto del dittatore Hugo Chavez

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Il tramonto del dittatore Hugo Chavez

26 Novembre 2011

La grave malattia che è stata diagnosticata la scorsa estate all’attuale presidente venezuelano, Hugo Rafael Chávez, sembra aver fatto ammalare anche tutto il Venezuela.

Il tumore alla prostata, operato d’urgenza all’Avana, capitale dello Stato cubano, a causa di una possibile e temibile evoluzione in metastasi, ha colpito pesantemente il ‘compagno’ Hugo Chávez, ma non tanto da fargli lasciare, come lui stesso ha riferito lo scorso luglio, con un discorso tenuto alla televisione venezuelana Telesur, “per un periodo ancora indeterminato” il potere accentrato nelle sue mani, conquistato in questi ultimi dodici anni attraverso una politica pre-dittatoriale.

Il lungo periodo di degenza post-operatoria, tuttora in corso, ha costretto Chávez a risiedere fuori dal Venezuela, soggiornando sia a Cuba che nella città di Buenos Aires in Argentina, per riprendersi completamente dai due interventi chirurgici subiti ed iniziare così una lunga serie di trattamenti chemioterapici.

Dalle ultime informazioni trapelate, indicate come una fuga di notizie altamente riservate, riguardanti lo stato di salute del leader venezuelano e rese pubbliche e diffuse da alcune agenzie di stampa statunitensi, si è venuti a conoscenza che le sue condizioni risultano oggi abbastanza gravi e il suo stato fisico sta avendo un peggioramento dovuto a seri problemi di insufficienza renale.

Gli effetti conseguiti dalla malattia vanno oltre ai danni dell’immagine del leader, ritenuto un tempo invulnerabile ed infallibile, e si riflettono sulla scena politica, tanto internazionale quanto interna.

Il declino della figura politica di Chávez ha dato inizio allora a una corsa irrefrenabile alla successione. E’ appena iniziata una lotta, senza esclusione di colpi, per il potere tra le fila dei sostenitori di Chávez, e tra questi il fratello maggiore Adan si sta già muovendo per apparire come l’erede designato a governare il paese, con la promessa di continuare nel proseguimento della politica adottata dal fratello.

Hugo Chávez ha annunciato di essere in stretto contatto con i leader venezuelani e che continuerà a dirigere il paese, fin che potrà, dall’ospedale dell’Avana, in cui è stato operato, e da quello di Caracas, ove si trova attualmente.

Ma per alcuni, la malattia avrebbe già trasformato Chávez, da incredibile superuomo, come si è sempre presentato, a comune mortale, cosa che potrebbe compromettere il suo futuro da leader indiscusso del paese sudamericano.

Il problema è che non esiste ancora un piano di successione e la considerazione di crearne uno, rimane un’idea remota e improponibile. Per questo il paese sud-americano si trova ad avere un governo fantoccio al potere che non riesce a salvarlo dalla situazione delicata in cui si trova e prossima al baratro.

Le difficoltà emerse dalla non presenza fisica di Hugo Chávez alla guida del paese hanno coinvolto anche i rapporti internazionali che riguardano il Venezuela.

L’ormai notissima agenzia di rating Standard & Poor’s ha ridotto la qualificazione del debito venezuelano a lungo termine, passato da BB- a B+, in base al nuovo sistema di calcolo, che introduce un indicatore sul rischio politico nelle valutazioni sull’affidabilità degli Stati.

Hanno inciso inoltre sulla decisione di declassare il debito venezuelano, le nazionalizzazioni delle imprese petrolifere, i frequenti cambi nelle regole economiche e i relativi tentativi di calmierare i prezzi di alcuni prodotti, uniti per giunta alla grande incertezza e opacità riguardo la conoscenza delle reali condizioni di salute di Chávez.

Secondo un’informativa elaborata da Roberto Sifon Arévalo, analista di S&P, questi fattori hanno notevolmente “depresso gli investimenti del settore privato e pregiudicato la produttività”, debilitando in questo modo l’economia del Venezuela.

L’unica cosa che appare davvero chiara è che il Venezuela, anche in ambito internazionale, viene considerato uno stato patrimoniale a tutti gli effetti, dove il leader socialista Hugo Chávez è senza dubbio il legittimo sovrano, e gli avvenimenti concordano nel dimostrare che la mancanza concreta di questa potente figura politica condanna l’intero paese a un tramonto silenzioso.