Il Venezuela sarà il “buen retiro” di Gheddafi e Ahmadinejad?

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Il Venezuela sarà il “buen retiro” di Gheddafi e Ahmadinejad?

01 Marzo 2011

Mentre le piazze del Nordafrica continuano a scalpitare per il cambio di antichi equilibri e cacciano i loro padri padroni, il governo iraniano, dopo la tragicomica dichiarazione indignata  di Ahmadinejad degli scorsi giorni sui fatti di Libia (con tanto di afflati umanitari), continua a sentirsi forte usando le maniere che più gli sono consone. La sera del 24 febbraio i due capi dell’opposizione Moussavi e Karroubi sarebbero stati prelevati con la violenza, nascosti in grandi sacchi  e trasportati da furgoni della polizia nel famigerato e sorvegliatissimo carcere di  Parchin, solitamente riservato ai clienti scomodi del potere persiano e dove non di rado si registrano arrivi senza ritorno, come ben sanno le agenzie d’ intelligence occidentali.

La notizia ha mobilitato i coraggiosi sostenitori dei politici arrestati, che sono pronti a rischiare pallottole e manganellate per ottenerne la liberazione e sensibilizzare l’amministrazione Obama a prendere provvedimenti decisi nei confronti del governo di Teheran, sempre concentrato nel bloccare cittadini accusandoli di lavorare per Cia, Mossad ed MI6.

E’ sensazione condivisa tra gli analisti delle mosse di Ahmadinejad e soci che tra essi serpeggino nuove preoccupazioni, legate non solo a sommovimenti di popolo in qualche modo sostenuti dall’ estero, ma soprattutto al rapporto anticipato dall’Associated Press, imbeccata da fonti beninformate, secondo cui l’Iran sta estendendo la ricerca dell’uranio necessario per il suo programma nucleare, con un intensificarsi dell’attività nello Zimbawe, come dimostrerebbe un recente incontro tra il ministro degli esteri del regime e alti funzionari dello Stato africano che, insieme a un’ altra dozzina di Paesi sparsi per il mondo, cattura l’interesse degli eredi di Khomeini.

Anche ambienti vicini all’amministrazione Netanyahu e alla Difesa israeliana auspicano che Obama e Hillary Clinton non perdano di vista le mosse iraniane, ritenendo che sarebbe ben singolare concentrare gli sforzi su situazioni assai meno pericolose per la sicurezza dello Stato ebraico e degli stessi Stati Uniti. Oltre che a Gheddafi, pochi si straccerebbero le vesti se presto un’offerta di esilio giungesse al dipostico primo ministro già preso a schiaffi dal leader dei pasdaran. Il Venezuela potrebbe essere una buona ridotta per entrambi.