Il vero delitto sarebbe svelare come finisce l’ultimo giallo di Carofiglio
27 Gennaio 2010
Una precisazione iniziale è doverosa: non provo nessuna consonanza ideologica con Gianrico Carofiglio, di cui detesto una sorta di generico progressismo a base buonista, che traspare dai suoi lavori, specialmente più risalenti. Avendo poi avuto occasione di una fugace conoscenza personale, in occasione di una cena nella casa romana di un’amica barese, non ho avuto modo di concepire nei suoi confronti nessun moto di simpatia umana.
Detto questo per dovere di chiarezza, debbo, tuttavia, evidenziare di considerarlo uno dei più validi autori italiani delle ultime generazioni, essendo da anni un suo affezionato ed attento lettore, in primo luogo, ma non solo, dei volumi della riuscita saga dedicata all’avvocato Guido Guerrieri, penalista in Bari, editati con la consueta eleganza da Sellerio. A quest’ultimo filone appartiene Le perfezioni provvisorie – in pochi giorni giunto già alla quinta edizione –, che, strutturalmente fedele allo schema dei romanzi che l’hanno preceduto, ne è, a mio avviso, la prova migliore.
Il primo pregio dei lavori di Carofiglio, aventi per protagonista l’avvocato Guerrieri, classificabili, con qualche difficoltà, nella categoria dei romanzi gialli, è l’estrema lentezza del ritmo narrativo, le continue digressioni, nonostante le quali la tensione narrativa non viene mai meno. Di tale virtuosistica tecnica di esposizione quest’ultimo libro è davvero un esempio paradigmatico. Il lettore resta sempre avvinto al romanzo, senza alcuna caduta di attenzione, con “l’ansia” di proseguirne la lettura, per cogliere l’evolversi della storia, ma con il costante piacere di assaporare il dipanarsi delle singole pagine, una dopo l’altra. In questo si manifesta la non comune sapienza dell’Autore, a cui va altresì riconosciuta una scrittura sempre nitida ed elegante.
Vi sono, nei lavori di Carofiglio dedicati all’ormai mitico avvocato penalista, delle vere e proprie provocazioni, la principale delle quali è, forse, la presenza di una più o meno lunga rigorosa disquisizione di carattere tecnico giuridico. Tale vezzo, vagamente manualistico, si ritrova anche ne Le perfezioni provvisorie (vi si discute dei presupposti idonei ad integrare il delitto di strage), ma più che in altre opere è di peso contenuto e perfettamente incastrato nel corpo del romanzo. Rigorosamente tacendo sugli specifici contenuti della storia (è veramente il caso di dire che sarebbe un delitto svelarli), ne va evidenziata la profonda e drammatica attualità e la trattazione sempre misurata ed intrisa di umana pietà.
L’anno 2010 si apre con l’uscita di un grande libro, circostanza, questa, che lascia ben sperare in un’annata ricca e felice per la letteratura del nostro Paese. Quanto al lavoro di Carofiglio, credo sia facile profezia immaginare che giustamente giocherà un ruolo da protagonista nell’agone della “premistica” nazionale. Considerata poi la circostanza che ogni storia dell’avvocato Guerrieri segue uno schema fisso, in cui, di volta in volta, variano i contenuti narrativi, è facile spiegarsi il motivo per cui queste storie hanno trovato un’agevole trasposizione in fiction televisiva.
Gianrico Carofiglio, Le perfezioni provvisorie, Palermo 2010 – euro 14,00