Il vero razzismo è quello di chi predica un’accoglienza senza regole
17 Ottobre 2008
È possibile che esistano difetti di comunicazione da parte del governo. È auspicabile che su una materia come la scuola e l’università si metta in campo una visione complessiva, un progetto organico, evitando di dare l’impressione di procedere per interventi frammentari. Ma lo strumentalismo e la demagogia dell’opposizione e dei sindacati sono smaccati e impediscono qualsiasi confronto razionale. Sembra che l’istruzione sia divenuta la ciambella di salvataggio di un’opposizione che non sa più che pesci pigliare per presentarsi come tale, mentre i sindacati non fanno altro che difendere i loro interessi di fronte al rischio di perdere il controllo di uno dei loro centri di potere privilegiati.
Sta di fatto che il modo con cui si è affrontato il tema dell’inserimento degli studenti stranieri nelle scuole è inaccettabile e fa il paio con la demagogia sul maestro unico. In questo caso, lo slogan è la distruzione della scuola migliore del mondo in nome di puri e semplici risparmi economici. Nel caso dell’inserimento degli studenti stranieri a scuola lo slogan da sventolare è un altro dei cavalli di battaglia antigovernativi: il razzismo.
Vediamo come stanno le cose. La scuola italiana è aperta agli stranieri? Certamente. Bisogna vedere che cosa significhi apertura. Se l’apertura non è organizzata in modo razionale può tramutarsi nel suo contrario e in un male per tutti, come lo è ogni accoglienza senza regole: del tipo si buttino pure sui marciapiedi e tra i cartoni, noi siamo “buoni” e accogliamo tutti. La legge italiana prevede che un ragazzo sia inserito in classe secondo la sua età anagrafica, anche se non sa una parola di italiano, anche se è un analfabeta. È una legge assurda, sconsiderata e iniqua. Se ha l’età corrispondente viene messo in terza liceo a studiare il latino e la Divina Commedia anche se conosce a malapena un po’ di albanese… Naturalmente diventerà un problema per gli altri e per sé stesso: per la classe che resterà bloccata in nome della necessità di recupero e per sé stesso, perché si troverà completamente spaesato e frustrato. Inoltre, inserire una decina di stranieri della provenienza e preparazione più diversa, indipendentemente dalla loro conoscenza dell’italiano, in una classe di 20 alunni è una bestialità pedagogica senza limiti. Peraltro, non siamo neppure in regola con la Convenzione di Lisbona del 1998, altrimenti non applicheremmo questo automatismo tra età e inserimento nelle classi. Ma, si sa, noi siamo buoni e accoglienti… Anche se gli studenti stranieri sarebbero i primi a desiderare un inserimento razionale e corrispondente alla loro preparazione ed alle loro esigenze.
Pertanto, coloro che si stracciano le vesti di fronte alla mozione della Lega sono una massa di ipocriti e di incompetenti, oppure di demagoghi da strapazzo che, pur di attaccare il governo, blaterano di razzismo, mentre il vero razzismo è quello suscitato da questa accoglienza scriteriata. La loro visione della scuola è sempre la stessa: un gigantesco ammortizzatore sociale in tutti i sensi. Ammortizzatore occupazionale e ammortizzatore delle tensioni legate all’immigrazione. Che poi le tensioni occupazionali alla lunga crescano anziché diminuire (per la aspettative che vengono create), che le tensioni sociali legate all’immigrazione aumentino, e che in tutto ciò la didattica venga letteralmente sfasciata, a loro non importa nulla. Abbiamo la scuola migliore del mondo. Quella che hanno fatto a pezzi loro.