Il Viminale e le scelte del premier

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Il Viminale e le scelte del premier

08 Novembre 2012

Ora che la conferma delle dimissioni di Nicola Izzo – si dice a causa dell’inchiesta che sta marciando da Napoli fin dentro le stanze del Viminale – ha spiazzato lo stesso ministro Cancellieri, toccherà inevitabilmente al premier Monti sciogliere il nodo legato al vertice della Polizia. La decisione del prefetto accusato dal Corvo e inseguito dalla Procura partenopea pone in oggettiva difficoltà lo stesso Antonio Manganelli, pur personalmente non sfiorato dalle indagini giudiziarie.

Il ministro degli Interni, lo scrivono stamane diversi quotidiani e lo confermano voci provenienti dal suo staff, è persuaso che la situazione sia diventata fin troppo pasticciata ed è a dir poco contrariato per il salto repentino di Izzo che, dicono dal dicastero, “se avesse voluto lasciare irrevocabilmente la poltrona, avrebbe dovuto farlo già qualche giorno fa”.

Lo stesso premier, appena rientrato dall’Asia, ha accolto con irritazione, almeno quanto il Colle, le ultime notizie. In questa fase – e non solo nella contingenza attuale – il Paese non può permettersi che tempeste durature sfiorino il Viminale.

Raccontano gli insider che, oltre la naturale fibrillazione di quanti ambiscono sedere sulla poltrona di Manganelli, lo stesso numero uno della Polizia stia meditando sulle scelte da intraprendere; certo, per carattere, esperienza e buon senso, difficilmente vestirà i panni del capo dimezzato in cottura sul braciere.

E’ prevedibile quindi che Manganelli resti al proprio posto in caso di piena conferma della fiducia da parte delle istituzioni (Monti, Napolitano, Cancellieri). In caso contrario, inizierebbe oggi una partita per la successione che molti, anche tra i pretendenti al trono, vorrebbero giocare più avanti, dopo le elezioni del prossimo anno.