Immigrazione: invece di dire che non pagheremo più l’Europa cominciamo a capire che fine fanno i soldi versati dall’Italia
31 Luglio 2017
di Carlo Mascio
La Commissione Europea ha annunciato che il Fondo europeo per l’Africa (EU Trust Fund for Africa) ha adottato il programma di 46 milioni per rafforzare i processi di gestione dell’immigrazione in Libia. Il programma sarà attuato e cofinanziato dall’Italia. Ma come? Solo qualche tempo fa, Renzi non aveva detto che non avremmo dato più soldi all’Europa se non ci avesse aiutato nella gestione dei migranti? In realtà, gli sbarchi sono continuati e i nostri partner europei non hanno cambiato di una virgola la loro linea in tema di immigrazione. L’Austria stava per schierare l’esercito al Brennero; la Francia continua a tenere sigillato il confine a Ventimiglia; i Paesi dell’Est, specie il blocco di Visegrad, ripetono il loro “no” e boicottano i “ricollocamenti”.
Insomma, tutto come prima. Anzi, peggio. Perché ora il francese Macron, dopo l’ultimo incontro avvenuto a Parigi con il primo ministro del governo di unità nazionale di Tripoli, Fayez Al Sarraj, e il generale Khalifa Haftar, comandante dell’esercito che controlla l’est del paese, rischia di soffiarci anche il ruolo di “partner privilegiato” in Libia. Intanto, il nostro governo continua a finanziare la Ue sulla immigrazione. Il Fondo Europeo per l’Africa è stato istituito al summit di La Valletta nel novembre 2015 ed è un piano di aiuti da 1,88 miliardi di euro, stanziati dalla Commissione Europea. Fondi che in fin dei conti provengono dagli stessi Stati membri. Obiettivo è quello di affrontare le crisi nelle regioni del Sahel e del lago Ciad, nel Corno d’Africa e in Nord Africa, contribuendo ad una migliore gestione dei fenomeni migratori. Non solo. Il Fondo ha anche il compito di studiare programmi economici per la creazione di lavoro e varare progetti a supporto dei servizi di base per la popolazione locale. In sostanza, fare di tutto per creare delle opportunità nei paesi di provenienza dei migranti.
Ora, sia ben chiaro, è giusto che l’Italia e l’Europa, nel contesto della cooperazione internazionale, facciano la loro parte. Tuttavia, una volta stanziati i fondi, sarebbe necessario fare delle approfondite valutazioni sui risultati raggiunti. Se vengono raggiunti. Giusto per fare un esempio, se l’obiettivo era quello di contenere e regolare i flussi migratori in Libia, qualcosa evidentemente non ha funzionato e non sta funzionando. I numeri parlano chiaro: centinaia di migliaia di sbarchi in Italia negli ultimi tre anni provengono proprio dalla rotta libica. Quindi? Che riscontro c’è stato lato cooperazione sugli investimenti fatti in Africa con i soldi dei Paesi Ue? Sarebbe meglio dare risposte a queste domande cruciali per il futuro, invece di minacciare “non pagheremo più Bruxelles”, proclami che abbiamo visto il tempo che durano.