Impronte sui bimbi Rom, il Governo smonta le accuse dell’Ue
10 Luglio 2008
Il Governo italiano, nelle persone dei ministri Maroni, Frattini e Ronchi non ci sta a essere bollato come razzista ma grida la sua volontà di tutelare i “figli di nessuno” e parla di pregiudizio politico nei confronti del governo italiano. E all’Europarlamento che stamani ha approvato una risoluzione contro le ordinanze italiane sui nomadi, risponde in tre punti.
Primo: l’Italia non ha mai parlato “in nessun documento, di etnia rom”, ma di “campi nomadi abusivi”.
Secondo: è una falsità il fatto che l’Unicef si sarebbe schierato contro le misure del governo italiano considerato che, come ha spiegato il ministro dell’Interno Maroni, “l’’Unicef italiana si è detta disposta a collaborare ai piani di scolarizzazione per i minori previsti dalle nostre ordinanze. L’Unicef è al nostro fianco”.
Terzo: la Commissione ha detto all’Europarlamento di non votare la risoluzione “perché c’era bisogno di ulteriori approfondimenti”, e cioè “il contrario di quanto affermato dal Parlamento europeo”.
A provocare la durissima reazione dei ministri italiani è stata la decisione del Parlamento europeo che stamattina, riunito in seduta plenaria a Strasburgo, ha bocciato (approvando una risoluzione presentata dai gruppi del centrosinistra e dei liberaldemocratici) le misure di emergenza proposte appunto dal ministro Maroni sui campi rom (compresa quella relativa alle impronte digitali dei minori). Il testo chiede al Governo italiano di attendere il parere della Commissione europea sulla misura, definita dalla risoluzione in contrasto con le norme Ue contro la discriminazione (in precedenza il Partito Popolare Europeo aveva chiesto il rinvio a settembre il voto sulla mozione sulle impronte rom).
Questo in mattinata. Ma, tempo qualche ora, è arrivata la replica italiana. Dalla sede della Stampa Estera Frattini (Esteri) , Ronchi (Politiche europee) e Maroni (Interno) hanno parlato di pregiudizio politico nei confronti del governo italiano. Il voto dell’Europarlamento di oggi “è una delle pagine peggiori delle istituzioni europee”, ha detto il ministro per le Politiche europee Andrea Ronchi puntando il dito sulle accuse di razzismo che definisce “ infondate e moralmente inaccettabili”.
Le prime parole sono di critica e rammarico per quanto avvenuto in mattinata, poi spetta al ministro Maroni entrare nel vivo della questione per spiegare al mondo dell’informazione italiana e straniera presente alla conferenza che con il censimento dei campi nomadi a Milano, Roma e Napoli, il governo italiano vuole ridare dignità alle migliaia di “bambini ombra che vi abitano, quelli che sono sfruttati sessualmente, quei bambini che non si vedono, che sono venduti da genitori che non si possono definire come tali”. E giù con i dati: nel nostro Paese lo scorso anno si sarebbero registrati 890 casi di minori scomparsi nel nulla, di cui 672 di nazionalità straniera. Maroni respinge quindi ogni strumentalizzazione della vicenda, criticando chi “sfrutta il sentimento di pietà verso i bambini e minoranze etniche per attaccare l’azione di un governo europeo che per la prima volta nella storia italiana mette mano ad una situazione di degrado, affrontandola nel modo giusto”. Ed è anche per questo, spiega ancora il ministro, che il Governo ha deciso di inserire all’interno del decreto sulla sicurezza un nuovo reato: quello di avviamento all’accattonaggio, la cui sanzione prevede la perdita della patria potestà.
“Pensate quanto è comodo per i trafficanti di bambini e di organi che ci siano bambini senza identità”, ha detto Frattini illustrando appunto i vantaggi del censimento previsto dal governo nei campi abusivi. Con la raccolta delle impronte digitali ma anche di altri dati , ha spiegato il titolare della Farnesina , “si potranno fornire all’Interpol gli strumenti per ritrovare i bambini spariti e rimasti magari vittime di pedofili”. I bambini ora senza identità, ha aggiunto Frattini, “avranno, attraverso un nuovo documento d’identità, quei diritti che prima non avevano, che erano loro negati”.
I minori dei campi nomadi saranno identificati attraverso impronte digitali e altri rilievi segnaletici utilizzando criteri precisi: per quanto riguarda i minori senza identità di età superiore a 14 anni si procede con il rilievo di impronte digitali e di altri dati mentre per i piccoli di età compresa tra i 6 e i 14 anni, si chiede prima l’autorizzazione al giudice. I criteri, ha spiegato Maroni, sono stati stabiliti facendo riferimento al regolamento europeo sui permessi di soggiorno (che prevedono il rilievo delle impronte digitali a partire da 6 anni), che sono una "fattispecie diversa". Ma la finalità «umanitaria» della raccolta dei dati – ha detto ancora il ministro – agisce da "rafforzativo".
Nessun passo indietro quindi, ma la volontà di andare avanti. “Il governo italiano – ha spiegato Maroni -continuerà le operazioni di censimento che dovranno terminare entro il 15 ottobre e già a fine luglio ci sarà un primo report” sull’andamento della raccolta dati. Tornando poi al voto del Parlamento europeo, il titolare del Viminale ha ribadito con forza che con la Commissione Ue “non c’è alcun disaccordo: il Parlamento europeo – ha osservato – ha deciso di non ascoltare le richieste della Commissione e di votare nonostante la richiesta del commissario Jacques Barrot di sospendere la votazione.
A rincarare la dose è Frattini: “La Commissione Europea è l’unico organismo competente a valutare la legittimità del provvedimento del Governo italiano sul censimento dei campi nomadi. Il voto di oggi del Parlamento europeo che stigmatizza le misure prese dal governo italiano ha solo finalità politiche e non impedirà al Governo di andare avanti su una legislazione assolutamente conforme alle norme europee”.
Come dire, avanti tutta nel pieno e totale accordo con la Commissione Europea perché, come dice Maroni, “censire i campi nomadi e restituire dignità a chi vi abita è una battaglia di civiltà”.