In Europa la Merkel ruggisce ma in Germania è piena di guai (politici)

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In Europa la Merkel ruggisce ma in Germania è piena di guai (politici)

In Europa la Merkel ruggisce ma in Germania è piena di guai (politici)

10 Gennaio 2012

La linea politica del governo Merkel è un fragile equilibro tra gli interessi in politica interna e il ruolo di leadership in Europa. Se con la crisi dell’Euro la Germania ha acquisito un ruolo guida che nessuno a Berlino ha cercato, nella Repubblica Federale, sono le elezioni del 2013 a determinare numerose scelte. Le elezioni si avvicinano sempre di più ed è ormai certo che il governo tra liberali, cristiano-sociali e cristiano-democratici non vedrà quella svolta sempre annunciata e mai realizzata. Il governo procede per forza d’inerzia con alcuni buoni provvedimenti e molta gestione quotidiana. 

Del resto i sondaggi negativi per il governo in carica sono ormai una costante. Se la CDU, bene o male, continua a mantenere i suoi voti e si assesterebbe, al momento, intorno al 35 per cento – addirittura in leggera crescita rispetto alle ultime elezioni del 2009 – il problema è rappresentato dai liberali che sono ormai stabilmente sotto la soglia minima del cinque per cento. Questo significa che non entrerebbero in parlamento – ricordiamo che nel 2009 presero ben il 14,6 per cento.

Ma anche Verdi e socialdemocratici (SPD), seppur con più voti dei rivali, non avrebbero i numeri per governare. L’effetto Fukushima è svanito e la crescita dei Verdi si è ormai interrotta. Ora gli ambientalisti tedeschi si sono assestati ad solido 14 per cento (nel 2009 erano al 10,7). I socialdemocratici non andrebbero oltre un deludente 27 per cento. Il centro-sinistra seppur con circa il tre per cento in più dell’attuale coalizione di governo non avrebbe la maggioranza per poter governare da sola.

Neanche lo scandalo che ha colpito il Presidente della Repubblica Federale Christian Wulff sembra aver dato al centro-sinistra tedesco la slancio necessario per conquistare la maggioranza dei tedeschi. E’ da circa un mese che Wulff è al centro di uno scandalo per un prestito di cinquecentomila euro a tasso agevolato che avrebbe ricevuto da una famiglia di ricchi imprenditori e amici del Presidente.

In questo modo Wulff e sua moglie avrebbero potuto acquistare una casa ad Amburgo. Le scuse pubbliche e le giustificazione rilasciate in una lunga intervista sulle due principali reti tedesche non hanno archiviato il caso, resta però il fatto che Wulff, appoggiato anche dalla Merkel, non ha nessuna intenzione di dimettersi.

Del resto, anche se i due leader della CDU non sono mai stati alleati nel proprio partito, la Germania non può permettersi le seconde dimissioni di un presidente della Repubblica. Già Horst Köhler, dopo appena un anno dall’inizio del secondo mandato, si dimise, nel 2010, per delle dichiarazioni infelici sulla guerra in Afghanistan. Da lì la scelta, sofferta, di Christian Wulff come successore di Köhler. Lo scandalo che avrebbe dovuto rafforzare l’opposizione non sembra aver mutato di molto i rapporti di forza tra i partiti.

E’ dunque in questo contesto interno che Angela Merkel si dedica anche alla soluzione della crisi dell’euro. Proprio ieri la Cancelliera ha ricevuto Nicolas Sarkozy a Berlino. Durante la visita ha ricordato la necessità di stabilizzare l’euro come priorità del momento. Ma anche l’importanza che che l’Europa diventi più competitiva e più innovativa. Angela Merkel ha anche ricordato come sia arrivato il momento di introdurre una tassa sulle transazioni finanziarie (Tobin Tax) alla quale si sta lavorando da anni.

Nicolas Sarkozy, da parte sua, ha affermato che si sta procedendo molto velocemente nelle misure di stabilizzare la moneta unica. In questo senso il patto fiscale resta un provvedimento fondamentale. Il Presidente francese ha ricordato come sia stato chiesto alla Banca centrale europea di fare in modo che il sistema operativo del fondo salva-stati (Efsf) sia più veloce ed efficiente.

Alla fine dell’incontro Merkel e Sarkozy hanno voluto ricordare ancora una volta l’importanza dell’asse franco-tedesco per l’uscita dalla crisi dell’Euro. Tra i due, del resto, era evidente la totale sintonia – Sarkozy si è concesso anche un “genau” (in tedesco: esattamente) per sottolineare il proprio accordo con Angela Merkel.