In Germania si torna a fumare nei bar e nei ristoranti. Ma ancora per poco…

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In Germania si torna a fumare nei bar e nei ristoranti. Ma ancora per poco…

05 Agosto 2008

Friburgo. Lo stigma affibbiato ai tabagisti di essere pericolosi corruttori della salute pubblica è ormai assurto a dogma irrinunciabile della società moderna, tanto da essere persino introiettato dalla coscienza popolare. Ecco perché la recente sentenza emanata dalla Corte Costituzionale tedesca rischia di gettare profondo scompiglio nel quadro giuridico europeo, che regola in maniera assai restrittiva il consumo di "bionde" negli spazi pubblici. 

Secondo i giudici di Karlsruhe, infatti, le leggi che disciplinano il divieto di fumo in bar, discoteche ed osterie sono costituzionalmente illegittime. Più nello specifico la Corte ha accolto le rimostranze sottopostele da uno sparuto gruppo di gestori provenienti dal Baden Würrtemberg e dal Land di Berlino, decretando l’inammissibilità della normativa approvata nel 2007 in queste due regioni (la federazione nel suo insieme non dispone infatti di alcuna legislazione unitaria al riguardo). Essa ha sinora consentito ai bar e alle trattorie (le famigerate Kneipen) che fossero in possesso di almeno due locali, di concederne uno agli irriducibili della sigaretta e l’altro ai salutisti anti-nicotina, ma allo stesso tempo ha disposto il divieto assoluto di accendersi una "bionda" nei pub e nei ristoranti, per così dire, "monolocali". In questo si materializzerebbe, quindi, a detta della Corte costituzionale, una palese discriminazione tra birrerie e sale da ballo più o meno facoltose, le prime in grado di permettersi una clientela più vasta e nutrita rispetto alle seconde. Entro il 31 dicembre 2009 i due Länder dovranno perciò ripensare la vigente legislazione, rendendola conforme al principio costituzionale della libertà di scegliere e di esercitare una professione (Berufsfreiheit). 

Per intanto dunque si torna tranquillamente a fumare, a condizione però che questi minuscoli "pub dell’angolo" non siano più ampi di 75 m2, non consentano l’accesso ai minorenni, non servano pietanze preparate sul posto e non espongano insegne che indichino la presenza di un locale per fumatori. Individuando poi nella difesa dal fumo passivo un diritto pubblico imprescindibile che la Repubblica federale si incarica di tutelare, la Corte sembra aver voluto intenzionalmente mediare tra le due opposte fazioni lobbistiche presenti nella società tedesca: da un lato quella dei fumatori, circa il 30% della popolazione, alleata per l’occasione con quella dei gestori di trattorie e bar, pesantemente penalizzati da una misura fortemente limitativa della libertà d’impresa; dall’altro quella dei non-fumatori e di chi li ha finora spalleggiati, ossia la classe politica. 

Il compromesso che ne è derivato, comunque, assai difficilmente porterà ad un ammorbidimento della normativa. Per sanare le discriminazioni, infatti, è del tutto probabile che le due regioni optino per l’assai criticato modello bavarese, che impone un divieto assoluto di fumare in qualsiasi locale, senza alcun salvacondotto eccezionale. La sentenza serve peraltro da pungolo per tutti gli altri Länder, che nel corso degli ultimi dodici mesi si sono dotati di discipline legislative assai simili a quelle dichiarate incostituzionali. Solo in Nord-Reno Westfalia, finora, il Ministro della Sanità Karl-Josef Laumann (CDU) ha promesso di voler lasciare maggiore libertà alle taverne più minute; in Sachsen-Anhalt le cui sorti sono rette da un grande coalizione tra democristiani e socialdemocratici, si va invece verso la crisi istituzionale proprio per la mancanza di un accordo. Stessa cosa dicasi per il Baden Württemberg, la regione nella quale ci troviamo, dove l’FDP (il partito liberal-democratico) minaccia di togliere il suo appoggio all’esecutivo del democristiano Oettinger, nel caso in cui verranno approvate norme troppo restrittive per i fumatori. 

La sentenza della Corte di Karlsruhe non ha insomma sortito l’effetto sperato di appianare le divergenze e calmare gli animi, ma al contrario ha esasperato incredibilmente la portata dello scontro. Già nel gennaio scorso, in occasione dell’entrata in vigore delle leggi anti-fumo in alcuni Länder, l’ex Cancelliere socialdemocratico Helmut Schmidt era stato pizzicato in compagnia della moglie mentre si accendeva (provocatoriamente) una sigaretta all’interno di un cinema. Non è allora escluso che, qualora la disciplina dovesse essere ulteriormente inasprita, i gruppi di tabagisti incalliti, che per mesi hanno urlato a squarciagola "Das Rauchverbot macht uns tot" (il divieto di fumo ci uccide!) escano nuovamente allo scoperto per rivendicare il loro diritto a fumarsi una sigaretta in santa pace, perché no, magari anche sorseggiando dell’ottima Weiß Bier.