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In Iran brucia la casa di Khomeini
19 Novembre 2022
Iran – Le proteste contro l’hijab degli ultimi due mesi, dopo la morte di Mahsa Amini, sembrano sfuggite di mano al regime fascista islamico. La crisi si sta intensificando e diventa più violenta, con le immagini della casa museo dell’ayatollah Khomeini a Markazi data alle fiamme nei giorni scorsi. Khomeini, il padre padrone della Rivoluzione Islamica. È la risposta alle prime condanne a morte emesse dai tribunali di Teheran contro i cittadini iraniani.
La folla che festeggia l’incendio della casa di Khomeini ora chiede la testa della Guida Suprema della Repubblica Islamica, l’ayatollah Khamenei. AFP conferma l’incendio. Le autorità iraniane e la agenzia Tasnim negano che vi sia stato un rogo e fanno sapere che la casa museo è regolarmente aperta al pubblico. I manifestanti usano il fuoco in diverse località del Paese, mentre le forze di sicurezza del regime aprono il fuoco sui manifestanti.
Giovedì scorso, altri tre manifestanti sono stati condannati a morte in Iran. Sarebbero già 5 i condannati a morte dal regime. Al momento, il potere giudiziario e le strutture della forza restano fedeli ai turbanti atomici. Una nuova ondata di proteste è scoppiata al funerale di un bambino di 9 anni, Kian Pirfalak, che sarebbe stato ucciso durante una sparatoria. La madre ha accusato le forze di sicurezza di aver ammazzato suo figlio.
Anche in questo caso le forze di sicurezza negano che il fatto sia avvenuto. Altre proteste si registrano nelle città dell’Iran aumentando il numero delle vittime, almeno 400 fino ad oggi.
