In un clima incendiario gli 007 italiani seguono i casi Brindisi e Adinolfi

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In un clima incendiario gli 007 italiani seguono i casi Brindisi e Adinolfi

24 Maggio 2012

"Sembra che in Italia, da certi editorialisti fino a Beppe Grillo, passando per le  ali estreme dei movimenti di destra e sinistra, l’attesa per una continua crescita della tensione sociale e politica in questo Paese si faccia ogni giorno più spasmodica". A parlare è un analista della nostra intelligence interna – poco prima che lo stesso Giorgio Napolitano lanciasse l’allarme su un possibile ritorno dello stragismo e che il capo dell’Aisi, Piccirillo, paventasse imminenti azioni del terrorismo legato all’anarchia – impegnata con i suoi migliori agenti nella risoluzione dei gialli di Brindisi e Genova, che hanno portato alla morte della giovane Melissa Bassi e al ferimento di Roberto Adinolfi.

Fatti slegati l’uno dall’altro, ma con un denominatore comune, appunto: l’inevitabile innalzamento della temperatura in un’Italia già provata dalla crisi economica di cui non s’ intravvede la fine; se  con la strage avvenuta nella città pugliese si sono colpite al cuore le emozioni di un popolo, dalla gambizzazione  del dirigente Ansaldo è arrivato un sinistro memento alla classe dirigente,  messa nel mirino della Fai e di un fronte anarchico entrato in rapporto diretto con antichi esponenti della retroguardia brigatista.

Le pressioni istituzionali per arrivare a una rapida identificazione dei responsabili di quest’ondata di violenza s’intensificano ogni giorno, per via della consapevolezza che ambiguità, liti tra inquirenti, ritardi nella comprensione delle matrici possono favorire speculazioni, depistaggi, e aumentare quel senso di paura che si sta facendo largo in buona parte della popolazione. Il triste episodio del sospettato brindisino, poi completamente scagionato dalle accuse, riporta la memoria a un passato fin troppo farcito d’innocenti reclusi e poi, ma non sempre, liberati con tante scuse, sentenze contraddittorie e crimini impuniti.

Lo Stato, con le proprie forze migliori, che sono ancora molte, è nella condizione di permettersi oggi pochi errori. Il combinato disposto tra prontezza nel fornire risposte e identificazione precisa di mandanti ed esecutori di reati odiosi è il limbo in cui si muovono i segugi della sicurezza nazionale. Ad essi deve andare l’appoggio convinto degli italiani che non si rassegnano allo sfascio e alle prediche di apprendisti stregoni amanti della demagogia.